Raccolta fondi per i terremotati



Lieviti partecipa alla raccolta fondi per i terremotati patrocinata dal Circolo Pink di Verona e da altre associazioni LGBTQIA+ venete mettendo a disposizione il proprio IBAN.
  • BIC/SWIFT: CCRTIT2TXXX
  • IBAN: IT10U0359901899050188522515
Si prega di scrivere nelle causali dei bonifici "Aiuti Terremoto Centro Italia"; si ricorda che, essendo Lieviti un'APS, le donazioni a mezzo bonifico sono fiscalmente deducibili - conservate perciò le ricevute.

Le associazioni patrocinanti sono (elenco aggiornato al 29 Agosto 2016):
Chi preferisce Paypal può inviare il denaro al conto del Circolo Pink:
  • mail: pinkverona1985@gmail.com
Ulteriori notizie su questo evento:
Siate generosi.

IL TERREMOTO, L’ODIO DI CHI PREDICA CIVILTÀ E LA SOLIDARIETÀ DI MIGRANTI E COMUNITÀ LGBT

scritto da  gay post. it
Chi in queste ore ha cercato notizie sul terremoto del centro Italia, si sarà imbattuto – sui social così come sulle testate on line – in commenti quali “vergogna: italiani nelle tende e gli immigrati negli hotel” e tutto il corredo di polemiche conseguenti. Ma non solo. Abbiamo dato proprio ieri la notizia del  tweet di Militia Christi che attribuisce la catastrofe naturale alla collera divina, offesa per le unioni civili. E siccome non ci facciamo mancare proprio nulla, come ad esempio qualche vip vegano che mette in relazione il sisma con la ricetta dell’amatriciana (c’è la carne, il karma s’è preso la rivincita), abbiamo ancora un gruppo sulla Madonna di Medjugorje che sentenzia: «Utero in affitto, matrimonio omosessuale, attacco alla famiglia, ateismo diffuso ecc ecc. Le scosse servono per farci capire che bisogna tornare ai veri valori. La natura si ribellerà sempre alla contro natura».
Un messaggio razzista sul terremoto
Nell’immaginario dell’italiano mediocre – non dico “medio” perché di fronte a questi casi, il concetto di medietà, aurea o meno, sembra coincidere con quello di eccellenza – scatta un automatismo, per cui l’imprevedibile, la tragedia, l’evidenza del nostro essere (piccoli/e) rispetto al senso di morte devono essere razionalizzati, ricondotti a una causa. Un tentativo estremo di avere l’illusione del controllo, a posteriori, su questi fenomeni. Ed è questo il caso dei gruppi religiosi: l’ira del dio necessita di un sacrificio umano. E la vittima, guarda un po’, è il membro di una minoranza, i suoi diritti, il suo essere in questo mondo come tutti gli altri.
Poi c’è un approccio più laico, giustizialista, una sorta di “comunismo dell’imbecillità” – ingrediente di ogni fascismo possibile – che mira a portare giustizia laddove si sarebbe consumato un abuso. E l’abuso ovviamente è quello degli hotel con piscina e personale italiano che ospitano extracomunitari ingrati, pagati quaranta euro al giorno per essere lasciati a piede libero a violentare le “nostre” donne. La natura tradita, in questo caso, è quella del sentimento di patria: quel “prima gli italiani” che fa tanto presa in larghe fasce di popolazione e che alimenta populismi e destre di varia natura. Sarebbe interessante capire quali sono i meccanismi psichici che turbano le menti di chi produce certi commenti ai limiti dello sciacallaggio mediatico. Ma credo che occorra rispondere, a questa follia collettiva, con i fatti. E i fatti sono molto semplici, nella loro verità.
La schermata di Televideo sui migranti che aiuteranno le vittime del terremoto
La verità è quella dei venti richiedenti asilo nordafricani, ospiti di una struttura d’accoglienza in provincia di Ascoli Piceno che si offrono volontari per andare ad aiutare le vittime del terremoto, in supporto alla protezione civile. La verità è quella dell’associazione perugina Omphalos Arcigay Arcilesbica, che sulla sua pagina scrive: «il Consiglio Direttivo […] ha stabilito che parte dei proventi del BeQueer di questo sabato verranno devoluti alle popolazioni colpite dal terremoto». È quella della moschea di Rieti che «fornirà supporto logistico per aiutare i cittadini colpiti dal terremoto». E quella di altre realtà Lgbt, come il Padova Pride Village, il Gay Village di Roma e i circoli Arcigay di Ferrara, Padova, Palermo, Torino e Arezzo, che si sono già attivati o si  stanno organizzando per dare supporto con donazioni o raccolte di beni di prima necessità (le informazioni dettagliate su queste iniziative le potete trovare qui, ndr). La verità è che se hai tempo da perdere in chiacchiere, in questo momento, vuol dire che poi non ti importa più di tanto della sorte di chi ha perso la casa, i familiari, di chi forse è ancora sotto le macerie e sta lottando tra la vita e la morte. E non c’è dio o idea politica che possa giustificare tutto questo.
La rete di solidarietà che si è messa in atto nelle ultime ventiquattro ora ci insegna una cosa soltanto: il mondo non si divide in “noi” e “loro”, in italiani e stranieri, oriundi e migranti. Si divide in persone per bene e persone che non lo sono. E questo prescinde dal posto da cui provieni o quello in cui vivi. Ci insegna questo il bene che è nato da una tragedia assoluta. Il corredo di chiacchiere inutili, di allusioni, il pretesto di fomentare odio sociale sulle disgrazie altrui, anche.

Mauro e Luciano hanno detto SI! Celebrata a Verona la prima Unione Civile

  Celebrata a Verona la prima Unione Civile, Mauro e Luciano da oggi sposi nella città di Romeo e Giulietta. Sala degli Arazzi stracolma di gente, applausi e tanta commozione.
 La celebrante delegata, legge il messaggio d'augurio agli sposi del Sindaco Flavio Tosi. Oggi abbiamo assistito ad un evento che mai ci immaginavamo nella città che nel 1995 scrisse un brutto capitolo di storia con l'approvazione delle mozioni omofobe, con oggi di fatto cancellate. continua a leggere...

23 settembre, giornata mondiale dell’orgoglio bisessuale

 Una bandiera a tre bande. Una, in alto, di colore magenta per rappresentare l’orientamento omosessuale. La seconda, blu per quello etero. E la terza, più piccola al centro, di colore viola ad indicare l’unione tra le due.
La bi pride flag, disegnata da  Michael Page, fa la sua comparsa per la prima volta nel 1998. Era il 1999 invece quando l’Ilga stabilì che il 23 settembre fosse la data per la giornata mondiale dell’orgoglio bisessuale (Bisexual Pride and Bi Visibility Day). Una data non casuale che coincide infatti con quella della scomparsa del padre della psicanalisi, Sigmund Freud.

Oggi si vedono diverse iniziative  in tutto il mondo per la giornata della visibilità bisessuale ed anche qui a Verona vogliamo fare le cose in grande!.
Il nostro  Bi Visibility Day verrà festeggiato il 25 settembre presso il Milk Center 
 E' questa  un’occasione per dare una risposta ferma al pregiudizio e all’emarginazione delle persone bisessuali “sia dagli etero sia dalla stessa comunità LGBT”. Aumentarne la visibilità, infatti, equivale ad affermare che i bisessuali  esistono e che meritano supporto e accettazione. “Già dai moti di Stonewall, la comunità gay e lesbica è cresciuta in forza e visibilità. Anche la comunità bisessuale è cresciuta in forza ma in molti casi è ancora invisibile.

Tutti noi siamo condizionati  dalla società che etichetta automaticamente una coppia di persone che camminano tenendosi per mano o come etero o come omosessuali, a seconda del genere delle persone.

“Essere bisessuale raddoppia immediatamente le tue possibilità al sabato sera” 

recita una celebre frase di Woody Allen ma a quanto pare raddoppia anche le possibilità di essere discriminati perchè in molti anche all’interno del mondo LGBT vedono nella bisessualità semplicemente un espediente per non dichiarare apertamente la propria omosessualità. La bisessualità esiste e non solo tra i bonobo, in cui rappresentano il 100% della popolazione.

29 luglio della Conferenza europea Bisessuale, presso la Chiesa Luterana

Inizia alle 9:45 e termina alle 13.00
Dove: Old Lutheran Church, Singel 411, angolo Spui, Amsterdam
 
Over more than 200 european and international participants gathered in the the old Lutheran Church in Amsterdam for the opening of the third European Bisexual Conference. #opening #chairofthemorning
- L'apertura ufficiale dell'incontro si ha con  Simone Kukenheim, Vice Sindaco del Comune di Amsterdam
9,45 - 11,15    Il linguaggio dei segni inglese-olandese di Erika Zeegers-van der Weide (Roze Gebaar) Ospite: Sergio Belfor
Altri ospiti:
- Co Engberts, Boardmember Vecchio Luthern Chiesa
- Evelyne Paradis, direttore esecutivo di ILGA-Europe
- Irene Hemelaar, direttore LGBTI-emancipazione Amsterdam Gay Pride
- Erwin Heyl e Barbara Oud, presidente e direttore programma EuroBiCon

11,15-11,30 pausa caffè
11,30-12,45 "Mettere la B in LGBT " Buone pratiche sulle campagne, Orgoglio, ricerca, sensibilizzazione e la sfida istituzionale.
Moderatore: Anita Nanhoe, Sono intervenuti:
- Leopold Lindelauff, Cavaria (Belgio) su sfida istituzionale
- Raffaele Yona Ladu e Luigia Sasso, Lieviti (Italia) su Pride
- Gerrit Jan Wielinga, COC (Olanda) su Campagne
- Valérie Baud, Bi'Cause (Francia) per la ricerca
- Carlos Castaño Rodriguez, COGAM e FELGBT (Spagna) sulla conoscenza
Grazie ai traduttori: Soudeh Rad per Valérie Baud, Raffaele Ladu Yano per Luigia Sasso
Organizzato da: Hilde Vossen e Leopold Lindelauff, Rete Bisessuale europea per gli attivisti

Quindicenne bisessuale inglese selvaggiamente aggredito dopo il coming out



I due articoli citati riferiscono che il qui fotografato Jamie Watson, quindicenne di Birmingham, Inghilterra, è stato selvaggiamente aggredito da tre mascalzoni mascherati che lo apostrofavano perché bisessuale - Jamie ha riportato la frattura di una costola e di un braccio, e danni ai muscoli del collo.

Jamie aveva fatto il coming out come bisessuale, e gli aggressori lo sapevano; più che di "omofobia", si dovrebbe qui parlare di "bifobia".

Molte persone credono che i bisessuali rischino meno degli omosessuali, in quanto, se decidono di avere rapporti solo con persone di sesso diverso dal proprio, possono "passare" da etero.

Sarebbe una bella argomentazione, se non si fosse scoperto da un bel pezzo che il coming out (non solo dei bisessuali) può salvare la vita, e che chi se ne astiene fa una vita assai più grama - ed i bisessuali hanno più paura a farlo.

E c'è anche chi ha la faccia tosta di dire che, anche se un bisessuale si rivela come tale, la sua capacità di avere rapporti eterosessuali lo protegge dall'omofobia, che colpirebbe soltanto chi è incapace di avere codesti rapporti.

Non è assolutamente vero: la persona bisessuale, come la persona trans, mette in discussione la necessità di classificare le persone in base al sesso anagrafico - quello che in gergo viene chiamato "binarismo dei sessi e dei generi".

Questo spaventa le persone grette (tra cui possiamo includere i papi Bergoglio e Ratzinger) ed espone le persone bisessuali e transessuali a rappresaglie e discriminazioni più gravi (quelle alle persone trans sono bene documentate; quelle alle persone bisessuali le trovate, ad esempio, nel Rapporto sulla Bisessualità dell'Open University britannica).

Tutta la nostra solidarietà a Jamie Watson.

Per l'Associazione Lieviti
il Vicepresidente
Raffaele Yona Ladu