AVVISO DI CONVOCAZIONE DELL’ASSEMBLEA ORDINARIA DEI SOCI LIEVITI

Si porta a conoscenza di tutti i signori soci dell’associazione denominata “LIEVITI” che l’Assemblea ordinaria  viene convocata in prima convocazione per 
il giorno 08 MARZO 2016 , alle ore 19.00,
 presso il Milk Center via Nichesola 9 (VR) 
ed in seconda convocazione per lo stesso giorno  alle ore 20.00, stesso luogo per discutere e deliberare sul seguente

ORDINE DEL GIORNO

1. Bilancio consuntivo e preventivo

2. Rinnovo cariche del direttivo
3.Eventi da programmare per il Pride e per il Milk di Milano

4. Gestione del Blog con eventuali profitti
5. . Altri eventi o idee varie 
   
Considerata l’importanza dell’Assemblea, si prega tutti i signori soci di parteciparvi personalmente. Qualora i medesimi fossero impossibilitati nel farlo, sono invitati a farsi rappresentare da altra persona di propria fiducia, purché munita di apposita delega scritta.
                                                                                                   
Il Presidente/Il Consiglio Direttivo

DDL Cirinnà conosciamolo meglio

Prendete nota dell'incontro
con il gruppo giovani al Milk sabato 27 febbraio per parlare del DDL Cirinnà. Non potete mancare! Info nella locandina !;-)

I diritti non sono privilegi

Dopo infinite polemiche si è arrivati finalmente al momento di votare il Disegno di legge sulle “unioni civili e le convivenze di fatto”, il cosiddetto Ddl Cirinnà.
Se approvata, la riforma andrà a sanare un imbarazzante vuoto legislativo tutto italiano, fornendo un quadro giuridico in cui inserire le convivenze di coppie etero e omosessuali.
Il Ddl è diviso in due sezioni distinte: nella prima viene creato un nuovo istituto giuridico rivolto solamente alle coppie omosessuali, denominato unione civile, che non è quindi il matrimonio, dal quale si differenzia per l’assenza di alcuni diritti e doveri.
Nel pieno di una battaglia ideologica sulla prima parte del Ddl, è stata trascurata la seconda sezione, che invece contiene un’altra importante novità: l’istituzione della convivenza di fatto, valida per eterosessuali e omosessuali. Non un matrimonio quindi, non un’unione civile, ma un patto fra “persone unite stabilmente da legami affettivi di coppia o reciproca assistenza”.
Per queste nuove realtà, che finalmente trovano un quadro giuridico a sancirne l’esistenza, sono previsti stessi diritti rispetto al matrimonio nei temi di assistenza in caso di malattia, morte, carcerazione, ponendo anche qui fine alla vergogna delle moltissime convivenze che per la fredda burocrazia avevano valore nullo. Questo secondo aspetto del Ddl dovrebbe forse spaventare più le gerarchie cattoliche rispetto al primo: viene individuato infatti un nuovo legame che, riprendendo i vincoli salienti del matrimonio, depotenzia secondo alcuni quest’ultimo, perché va nella scia di una tendenza secolarizzante in atto ormai da anni.
Tanto che si potrebbe quasi pensare che la “crociata” contro le unioni civili e le adozioni omosessuali venga invocata strumentalmente, certi di trovare sul punto un’opinione pubblica e una classe politica non così compatta e avanzata sul tema: in questo modo si affosserebbe l’intera legge, compresa la seconda parte.
Non si tratta di discutere la centralità del matrimonio “ma si tratta piuttosto di includere altre forme di unioni, riconosciute, accompagnate e sostenute da una comunità che si prende cura non solo dei membri adulti ma anche e in particolar modo dei membri più giovani.
Il tema delle adozioni dei figli del partner nelle coppie omosessuali ha suscitato le maggiori polemiche, ma appare un falso problema come spiega Piercarlo Pazè, magistrato, già procuratore della Repubblica per i minorenni per il Piemonte e la Valle d’Aosta, impegnato per molti anni nella formazione degli operatori dell’adozione e membro della Commissione diocesana per l’ecumenismo della diocesi di Pinerolo riconosce, che “l’istituto della stepchild adoption nel nostro paese c’è già per i coniugi, ognuno dei quali può diventare genitore adottivo del figlio, biologico o adottivo, dello sposo.
Secondo un orientamento della Corte europea dei diritti dell’uomo, va assicurata anche al partner omosessuale la possibilità di adottare il figlio del o della convivente. E’ comunque senz’altro meglio che, nella legge sulle unioni civili, si regolamenti la materia, piuttosto che lasciare decidere su casi singoli, come accade al momento, i giudici i quali possono prendere indirizzi diversi se non addirittura opposti. Qualsiasi testo di legge nel determinare i criteri per queste adozioni dovrebbero però espressamente porre come condizione l’interesse, o meglio il benessere del bambino”.
Marco Scarpati, avvocato minorile, specialista nel ramo adozioni, denuncia l’ipocrisia del dibattito: “I diritti o sono per tutti o sono privilegi. E’ abbastanza ovvio che i discorsi sui diritti riguardino prettamente le minoranze, perché le maggioranze non ne hanno bisogno, hanno già quadri giurisprudenziali in cui muoversi. E’ come per le minoranze religiose: si sono combattute battaglie per vederne riconosciuto il diritto all’esistenza, mentre le religioni della maggioranza hanno già accordi primari con lo Stato e non hanno queste urgenti necessità.
Non è possibile ritenere non validi certi diritti perché non sentiti come prioritari dalla maggioranza”.
Ora non resta che il responso del Parlamento. Chi tenta ogni via per seguire le indicazioni del Vaticano punta al voto segreto, lasciando gli onorevoli alla presa solo con la propria  coscienza ed evitando il confronto con l’opinione pubblica. Ma se, è vero che nel segreto dell’urna il buon Dio ci vede, il cardinal Bagnasco, forse, no!!