I "reliquati" della propaganda nazista


Traduco l'articolo [1], che è abbastanza scioccante - anche per le ricadute sulle minoranze sessuali.

Raffaele Yona Ladu

Studio: la propaganda nazista ha lasciato nei bambini tedeschi un'impronta che dura per tutta la vita.


I ricercatori dicono che coloro che sono andati a scuola nel periodo nazista hanno ben maggiore possibilità di essere antisemiti, anche dopo che sono passati molti decenni.


Associated Press

Pubblicato il 16.06.2015 alle 10:22


La propaganda antisemitica ha avuto un effetto che dura per tutta la vita sui bambini tedeschi che sono andati a scuola nel periodo nazista, lasciandoli con ben maggiore probabilità di albergare opinioni negative sugli ebrei rispetto a coloro che sono nati prima o dopo, secondo uno studio pubblicato lunedì [15.06.2015].

I risultati indicano che i tentativi di influenzare gli atteggiamenti del pubblico sono efficaci soprattutto quando mirano ai giovani, specialmente se il messaggio conferma le credenze esistenti, dicono gli autori.

Dei ricercatori dagli USA e dalla Svizzera hanno esaminato delle indagini condotte nel 1996 e nel 2006, in cui si facevano agli interessati delle domande su diverse questioni, tra cui la loro opinione degli ebrei. Le indagini, note come le Ricerche Sociali Generali Tedesche, riflettevano le opinioni di 5.300 persone di 264 città e cittadine di tutta la Germania, consentendo ai ricercatori di apprezzare le differenze per età, genere, località.

Concentrandosi sugli intervistati che hanno espresso opinioni coerentemente negative sugli ebrei in diverse domande, i ricercatori hanno scoperto che quelli nati negli anni '30 avevano le opinioni più estremamente antisemitiche - anche decenni dopo la fine del dominio nazista.

"Non vuol dire solo che l'educazione nazista ha funzionato; vuol dire che se tu assoggetti le persone durante un regime totalitario nei loro anni formativi, ciò influenzerà il modo in cui opera la loro mente", ha detto Hans-Joachim Voth, dell'Università di Zurigo, uno degli autori dello studio.

"La cosa che colpisce è che [questo modo di pensare] dopo non se ne va".

Ma i membri del gruppo, sistematicamente indottrinato dal sistema scolastico nazista durante la dittatura di Adolf Hitler (1933-1945), ha mostrato anche evidenti differenze, a seconda che provenissero o meno da una zona in cui l'antisemitismo era già forte prima del nazismo. 

Per questo i ricercatori hanno confrontato l'indagine con i risultati delle elezioni, risalendo fino ai tardi anni '90 dell''800. Hanno scoperto che coloro che venivano da aree in cui i partiti antisemiti erano tradizionalmente forti avevano inoltre le opinioni più negative sugli ebrei.

"La misura in cui l'educazione nazista ha funzionato ha dipeso in modo cruciale sul se l'ambiente sociale in cui i bambini crescevano era già molto antisemita", dice Voth, "Ti dice che l'indottrinamento può funzionare, può durare per un tempo sorprendente, ma il modo in cui opera deve essere compatibile con qualcosa a cui la gente già crede".

Benjamin Ortmeyer, che conduce un centro di ricerca sull'educazione nazista all'Università Goethe di Francoforte, dice che le conclusioni dello studio sono "assolutamente plausibili".

"Il significato di questo tipo di propaganda non è stato veramente messo in luce", ha detto Ortmeyer, che non ha preso parte allo studio. "A confronto dei brutali misfatti dei massacratori nazisti, questo tipo di crimini, il lavaggio del cervello, è stato ampiamente ignorato".

Uno dei motivi, ha detto, è la difficoltà di far parlare i vecchi tedeschi della loro esperienza del periodo nazista. Mentre gli ebrei che sono sopravvissuti all'Olocausto rammentano vividamente le violenze verbali e fisiche subite a scuola per mano dei loro compagni, i tedeschi non ebrei perlopiù descrivono i loro anni di scuola come pacifici e divertenti.

Ortmeyer dice che gli educatori nazisti intrecciavano la propaganda semitica in ogni materia scolastica ed attività extrascolastica, dando perfino agli studenti dei "compiti" tra cui il cercare nei registri ecclesiastici i nomi delle famiglie ebree convertitesi di recente al cristianesimo. I risultati furono poi usati per redigere le liste degli ebrei da deportare nei campi di concentramento, facendo degli studenti complici involontari dell'Olocausto. 

C'erano alcune eccezioni, dice Ortmeyer, come la "Rosa Bianca" a Monaco ed i "Pirati della Stella Alpina" a Colonia - giovani gruppi di resistenza che si formarono ad onta della prevaricante propaganda nazista.

"Questi sono esempi importanti per i giovani d'oggi", dice.

Lo studio mostra inoltre che i tedeschi nati negli anni '20 avevano opinioni appena più antisemitiche di quelli nati negli anni '40 - anche se alcuni del gruppo dei più anziani dovrebbero essere andati a scuola durante il periodo nazista, mentre quelli del gruppo più giovane no. Gli autori suggeriscono che coloro che avevano opinioni estreme potrebbero non essere sopravvissuti alla guerra, vittime del loro entusiasmo per l'ideologia nazista. 

"Non possiamo provarlo, ma sembra probabile, a giudicare dalla struttura dei dati, che queste erano le classi che non furono chiamate alla leva, ma alla fine della guerra poterono arruolarsi volontariamente nelle Waffen SS. Ed ebbero un tasso di mortalità incredibilmente alto", dice Voth.