“LE COSE CAMBIANO” 8 aprile 2015 - ore 21:00 Teatro Camploy

8 aprile 2015 - ore 21:00 Teatro Camploy - via Cantarane, 32 - Verona

“LE COSE CAMBIANO”
produzione di Etoile Centro Teatrale Europeo
- INGRESSO GRATUITO -

Nel 2010, dopo alcuni suicidi di giovani ragazzi omosessuali vittime di bullismo omofobico, lo scrittore e attivista Dan Savage e suo marito Terry Miller hanno caricato su YouTube un video-messaggio diretto agli adolescenti che subiscono lo stesso trattamento dai coetanei o in famiglia:
“Quando avevamo la vostra età” raccontano “è stata dura anche per noi essere gay in mezzo a persone che non ci capivano o peggio ci discriminavano, ma se oggi potessimo parlare con un quindicenne gay, gli diremmo di resistere, perché presto tutto andrà meglio; troverete amici fantastici, troverete l’amore e un giorno avrete una vita molto più felice di quello che potete immaginare”.
È stata la prima di migliaia di testimonianze che hanno dato vita ad un sito e ad una fenomenale campagna web, chiamata “It Gets Better”.
Nel 2013 il progetto è sbarcato anche in Italia, con il nome “Le Cose Cambiano”.
Dall’esperienza e dal successo dell’iniziativa hanno preso forma un progetto editoriale e anche un progetto teatrale, che si propone di raccogliere alcune delle testimonianze italiane e una serie di dati pubblicati da differenti fonti, per ricordare a tutti i ragazzi LGBT che stanno affrontando un momento difficile o che fanno fatica ad immaginare come sarà il loro futuro, che non sono soli e che le cose presto cambieranno, in positivo; per ricordare anche al pubblico NON LGBT che sta proprio nella normalità il cambiamento che sta avvenendo nel mondo e soprattutto in Italia in questi ultimi anni e che non bisogna avere paura né diventare complici silenziosi di atti omofobi.

Verona Pride presenta “Le Cose Cambiano”: spettacolo teatrale per la regia di Daniele Franci, che si terrà mercoledì 8 aprile presso Teatro Camploy.

CONVOCAZIONE ASSEMBLEA ORDINARIA

Ai Soci della Associazione Lieviti
Oggetto: Convocazione Assemblea Ordinari
I soci dell’Associazione Lieviti sono convocati in assemblea ordinaria in prima convocazione presso via Pellegrini n. 5 il giorno Martedì 14 Aprile'15  alle ore 19,30, ed eventualmente in seconda convocazione lo stesso giorno alle ore 20,00  
 per esaminare e discutere il seguente
ORDINE DEL GIORNO
1) Discussione ed approvazione Bilancio preventivo e consuntivo
2) Prossimi eventi in autonomia o in collaborazione con altri
3) Condivisione della sede
4) Laboratorio Vegano
5) Elezioni nuovo direttivo
6) Varie ed eventuali
 Considerata l’importanza dell’Assemblea, si prega tutti i signori soci di parteciparvi personalmente. Qualora i medesimi fossero impossibilitati nel farlo, sono invitati a farsi rappresentare da altra persona di propria fiducia, purché munita di apposita delega scritta. Ricordiamo che per partecipare alle votazioni si deve essere in regola con il tesseramento 2015.

L’assemblea sarà validamente costituita secondo le norme statutarie.
Data, 06 marzo'15

Il Presidente / il Consiglio Direttivo Uscenti
      

Venerdì 03 aprile 0re 19.30 Apercena pasquale a Buffet a tema ebraico

Abbiamo organizzato in collaborazione con il Milk Center un apericena a buffet a tema ebraico.
E' una cosa molto originale e fighissima!!
Per chi vuole venire questo è il menù.
https://www.facebook.com/events/1807266519498753/

    • Pane azzimo
    • Insalate a buffet con salse varie ( pomodoro, pesto di rucola, maionese ketchup ecc.)
    • Erbezzone
    • Gnocchi di patate con sugo al pomodoro
    • Frittate varie con verdure
      • Melanzane al funghetto
    • Dolce
      • Torta al cioccolato (senza burro senza uova senza latte e senza lievito)
    • Frutta
      • Ad libitum

Intervista sulla bisessualità ne "il Referendum"

[1] Un tuffo nell’universo della bisessualità: tra discriminazione e invisibilità

Il link [1], del sito web il Referendum, riporta un'intervista di Riccardo Rocca alla presidente (Luigia Sasso) ed al vicepresidente (Raffaele Yona Ladu) dell'Associazione di Promozione Sociale Lieviti, affiliata all'ARCI.

Buona lettura, RYL

Tra Dolce & Gabbana ed Elton John

[1] Dolce e Gabbana e la famiglia tradizionale: le reazioni

[2] Celebrities Join Elton John in Dolce & Gabbana Boycott

[3] Indigenous Peoples and Boarding Schools: A comparative study

Non sono un appassionato di celebrità, soprattutto maschili, quindi mi sono accontentato di seguire la polemica tra Dolce & Gabbana, ed Elton John ed altri esponenti del mondo dello spettacolo guardando i link [1] e [2].

Chi difende gli stilisti milanesi dice che loro hanno semplicemente espresso la loro opinione; io devo dare invece ragione ad Elton John, che si è sentito personalmente offeso e chiamato in causa da Dolce & Gabbana, in quanto uno di essi, Domenico Dolce, ha dichiarato, almeno così riferisce [1]:
Tu nasci e hai un padre e una madre. O almeno dovrebbe essere così, per questo non mi convincono i figli della chimica, i bambini sintetici, uteri in affitto, semi scelti da un catalogo.
ed ha poi aggiunto:
Sono gay, non posso avere un figlio. La vita ha un suo percorso naturale, ci sono cose che non vanno modificate. E una di queste è la famiglia.
Elton John ha tratto la conclusione che le parole di Dolce significavano che lui era un uomo snaturato, ed ha reagito come qualsiasi genitore di cui si mettano in dubbio l'amore per i figli e le capacità educative.

In Instagram così ha scritto, secondo [2]:
“How dare you refer to my beautiful children as 'synthetic'? (...) I shall never wear Dolce and Gabbana ever again. #BoycottDolceGabbana.”
In italiano:
"Come osate dire che i miei bei bimbi sono 'sintetici'? (...) Non indosserò mai più Dolce e Gabbana. #BoycottDolceGabbana."
La reazione di Elton John ricorda molto da vicino quella di mia madre: mio padre morì quando io avevo quasi sette anni e mio fratello meno di cinque; lei si trovò sola, con la seconda elementare, il riscatto della casa popolare da pagare, due figli da mantenere, nessun lavoro, ed i suoi parenti in Sardegna oppure emigrati all'estero, mentre noi abitavamo a Bassano del Grappa (Vicenza).

Mio padre era un militare di carriera, ed il comandante della caserma pensò bene di proporre a mia madre di mandare i suoi figli in un collegio militare, a spese dello stato.

Mia madre però reagì malissimo, perché quello che per il colonnello era un concreto aiuto alla vedova ed agli orfani di un militare morto per causa di servizio, per mia madre era insinuare che lei non era capace di allevare i figli.

Il colonnello dovette trovare un'altra soluzione - per fortuna il Ministero della Difesa offriva un'ampia gamma di scelte, e mia madre poté approfittarne per essere efficacemente aiutata.

Qualche volta mi sono chiesto se in collegio avrei potuto avere un'educazione migliore, ma, come aveva previsto mia nonna (che a mia madre diceva da piccola: "Asa a essere mamma = Sarai madre [anche tu]"), ora che sono genitore (ho sposato una donna con due figlie), devo dire che il benessere dei figli non passa per la svalutazione dei loro genitori (errore di molti pedagoghi improvvisati ed interessati - ne riparlo più avanti), e difendo mia madre dicendo che lei non poteva negare la propria dignità accettando una proposta che equivaleva ad un'abdicazione ai propri doveri di madre per manifesta incapacità.

Domenico Dolce ha già compiuto quest'abdicazione, non impedirà a nessuno di richiederla ad altri, ed anzi pretende che tutte le persone che non compongono una famiglia come piace a lui la facciano.

E come avrebbe dovuto reagire Sir Elton John ad una cosa del genere? Lui non è soltanto genitore, è anche Commendatore dell'Ordine dell'Impero Britannico, ovvero ha ricevuto un titolo nobiliare (non ereditario) dalla regina di un paese la cui legislazione non contempla solo il matrimonio egualitario, ma pure la fecondazione in vitro a profitto delle coppie omosessuali, e l'adozione per le medesime.

Lui non ha difeso solo la propria genitorialità, ma anche le leggi del paese di cui è al servizio, non solo come cittadino, ma anche come nobiluomo, ed alle quali ha diligentemente obbedito facendosi una famiglia. Dolce & Gabbana, che hanno una clientela internazionale, avrebbero dovuto rendersene conto in anticipo.

Tra l'altro, lo scopo di queste polemiche sull'omogenitorialità è evidente a chiunque abbia la pazienza di leggersi [3], un documento preparato per le Nazioni Unite che spiega che cosa accadde nei paesi in cui i colonizzatori o dominatori hanno voluto mettere i figli dei dominati in collegio.

Negli USA, in Canada, Australia e Nuova Zelanda, lo scopo esplicito di questa manovra era quello di impedire ai bambini di essere educati dai loro genitori, in quanto avrebbero trasmesso loro quelle che i dominatori ritenevano superstizioni e fandonie - si vollero distruggere delle civiltà senza uccidere le persone.

È evidente la contraddizione di chi non trova niente di strano che un vedovo od una vedova allevino i propri figli, magari con l'aiuto di un fratello od una sorella rispettivamente, ma si indigna se una coppia di due uomini o due donne li alleva dalla nascita alla raggiunta autonomia.

La contraddizione si spiega soltanto se quello che preoccupa gli interessati difensori del benessere dei bambini non è la composizione della famiglia, ma l'ideologia che la sottende: se un sostenitore della famiglia come piace agli omofobi rimane vedovo, e si fa aiutare da suo fratello a tirare su i figli, si tratta di un incidente di percorso di cui lui non è responsabile; se un bambino viene allevato da due madri, questa è una scelta deliberata che le due donne devono pagare.

Si torna ai disastri americano, canadese, australiano, neozelandese, in cui furono portati via i bambini ai genitori che avevano una cultura diversa, e magari professavano una religione diversa da quella cristiana.

Tutte le polemiche sull'omogenitorialità hanno lo scopo di etichettare le persone LGBT come persone di inferiore qualità, non semplicemente come cattivi genitori. Ed un semplice test per l'omofobia è verificare se una persona trova eroico il comportamento di mia madre (eterosessuale ed eteronormativa) e nel contempo disapprova la reazione di Elton John (bisessuale nella biografia, gay nell'identità).

Raffaele Ladu
Dottore in Psicologia Generale e Sperimentale

Il video dell'incontro su 'Ndrangheta ed omofobia del 16 Marzo 2015

Stuart Milk a Bassano del Grappa il 7 Marzo 2015

Siamo onorati di inserire qui il video del discorso di Stuart Milk a Bassano del Grappa il 7 Marzo 2015.

Chi lo vuol vedere in un'altra finestra, clicchi qui.

Raffaele Yona Ladu

Considerazioni sul ministro Alfano

Riporto qui la sentenza, pubblicata da Articolo29, con cui il Tar del Lazio ha censurato l’operato del ministro dell’interno Alfano, di cui ogni paese civile dovrebbe vergognarsi:


La sentenza dà un colpo al cerchio ed uno alla botte: da una parte afferma che i matrimoni gay in oggetto non dovevano essere trascritti, dall’altra che il ministro ed i suoi prefetti non avevano il potere di modificare i registri dello stato civile.

Il suo cerchiobottismo viene evidenziato dalla decisione di compensare le spese tra le parti (come dire, che ognuna aveva in parte ragione).

Faccio però notare che la malefatta di Alfano e dei suoi prefetti va ben oltre la questione dei matrimoni omosessuali.

Immaginiamo che diventi ministro dell’interno un cultore del “gerrymandering”, ovvero del manipolare le elezioni in pro del partito al potere; questi potrebbe inviare ai prefetti una circolare in cui ordini loro di annotare nei registri dello stato civile la MORTE di migliaia e migliaia di elettori dei partiti di opposizione, nell’imminenza delle elezioni politiche.

Se i prefetti obbediscono supinamente come è accaduto in questo caso, ovvero si rendono conto che il ministro chiede loro una cosa contro la legge, ma gli obbediscono comunque perché da lui dipendono stipendio e carriera, migliaia e migliaia di persone si trovano nell’impossibilità di votare.

Non solo: chi è morto non può lavorare né da dipendente né da autonomo; non ha più coniuge né figli; i suoi beni passano agli eredi.

Quest’ultimo aspetto è il più spiacevole, specialmente se il “de cuius per ordine del prefetto imbeccato dal ministro” è indebitato: non può più pagare le rate perché non guadagna più un soldo; se per giunta lui godeva di condizioni speciali di cui non possono godere gli eredi, costoro si trovano in ulteriore difficoltà a proseguire i pagamenti.

La banca si trova obbligata a procedere all’esecuzione forzata, a meno che gli eredi non abbiano dei beni da alienare per estinguere il prestito.

Ma a chi alienano quei beni? A chi è ancora vivo, ovvero non è finito nella lista di proscrizione del ministro e del prefetto.

E come vendono? Male, perché sono obbligati a realizzare in fretta l’indispensabile per soddisfare la banca.

Ed il precedente degli ebrei italiani obbligati ad alienare i loro beni a degli “ariani” dopo le leggi razziali del 1938-XVI (un vero anno da culo!) dissuade dal poter contare sulla protezione offerta dall’articolo 1448 del Codice Civile.

Quest’operazione non finisce con l’impedire a migliaia di persone di votare, si traduce in un massiccio esproprio di beni dai nemici politici del governo, del ministro e dei suoi prefetti, alle persone che, se non sono amiche, sono almeno neutrali. Come diceva Edmund Burke, perché trionfi il male basta che chi vuole il bene se ne stia a guardare!

Uno dice: “Ma si può far ricorso al TAR!”

Certo, ma ci vuole tempo, e nel frattempo si verificano danni irreparabili, perché il “terzo incolpevole” (come ad esempio la banca, o chi compra all'asta la casa del Lazzaro per ordine del prefetto) va sempre tutelato.

Ci vorrebbe una legge speciale per rimediare, ma vi immaginate un parlamento così eletto che vara codesta legge?

Per questo legge e costituzione impongono che solo un giudice possa alterare gli atti dello stato civile: se il ministro vuole veramente dichiarare morte persone che invece sono in ottima salute, deve farne richiesta al tribunale, in udienza si presenta il presunto “de cuius”, e l’abuso non si fa. Nessuno subisce danno, chi si fa venire in mente una cosa del genere viene svergognato.

Mia moglie dice che sono troppo pessimista – anche chi pensava che Hitler non sarebbe stato capace di mantenere la parola nel paese di Goethe e di Schiller mi avrebbe ritenuto troppo pessimista.

E chi pensa che gli “italiani sono brava gente” dovrebbe chiedere ad eritrei, somali, libici, etiopi, albanesi, greci, sloveni, croati che cosa siamo stati capaci di infligger loro finché li occupavamo.

Alfano deve andarsene perché ha dimostrato che questo scenario non è un caso di scuola, aprendo una strada pericolosissima, e la compensazione delle spese decretata dal TAR lancia il messaggio sbagliato.

Raffaele Yona Ladu

Risposta alla Lista Studenti Universitari Veronesi

Il primo degli eventi qui pubblicizzati, tenutosi il 4 Marzo 2015, ha suscitato questa risposta, pubblicata mentre il convegno era in corso:
COMUNICATO STAMPA CONTRO IL CONVEGNO "GENITORIALITA' ATIPICHE - DA UN PUNTO DI VISTA CULTURALE E GIURIDICO"

Noi, della Lista Studenti Universitari Veronesi al Convegno di oggi “Genitorialità atipiche – da un punto di vista culturale e giuridico” rispondiamo in tre semplici punti:

1. Noi non siamo contro il dibattito all’interno dell’Università, ma siamo contro queste manifestazioni monocolore che caratterizzano i convegni organizzati dall’ UDU o dai collettivi di sinistra (ricordiamo ad esempio il Convegno Negazionista sulle Foibe).

2. Per quanto riguarda la tematica affrontata, noi difendiamo la famiglia tradizionale, ma non per il gusto di andare contro l’UDU, ma semplicemente perché crediamo fortemente che essa costituisca la cellula fondamentale della nostra società. Il nucleo familiare è composto da due genitori: una madre di sesso femminile e un padre di sesso maschile, e così dev’essere.

Gli stati che hanno provato a invertire questi ruoli hanno miseramente fallito, gettatando nel caos intere generazioni di bambini cresciuti nell’ambiguità e profondamente segnati per il resto della loro esistenza.

3. Noi non siamo contro gli omosessuali, anzi, ma sia chiaro che consideriamo il Verona Pride paragonabile al circo di Mosca: al circo sfilano leoni e giraffe per far divertire i bambini, ma nel Verona Pride ciò che viene pubblicamente ridicolizzato è un valore importante come quello della famiglia.

La sig.ra Sandri crede di utilizzare l’Università per dare un contentino alle associazioni Semi culturali che gravitano intorno al PD e all’UDU; ... se il buongiorno si vede dal mattino, a quanto pare, non sarà una gran bella giornata.

Il magnifico rettore dellUniversità inoltre, dovrebbe intervenire, anche se questo comporterebbe, dopo due anni di riposo, l’uscita dal suo letargo.

STUDENTI UNIVERSITARI VERONESI
Abbiamo così deciso di rispondere:
La prima cosa da dire è che il convegno “GENITORIALITA' ATIPICHE - DA UN PUNTO DI VISTA CULTURALE E GIURIDICO” era aperto al pubblico, e che loro sarebbero tranquillamente potuti intervenire, se avessero voluto.

Ma farlo avrebbe significato smentire quello che hanno dichiarato, ovvero che "Il nucleo familiare è composto da due genitori: una madre di sesso femminile e un padre di sesso maschile, e così dev’essere" (corsivo nostro), ovvero che non è nemmeno concepibile un dibattito sull'argomento, nemmeno in un’istituzione di alta cultura, se non ha un esito prefissato.

L'idea di dibattito della Lista Studenti Universitari Veronesi è la medesima che ispirava le pubbliche discussioni tra teologi cattolici e rabbini ebrei nel medioevo: guai se il rabbino avesse vinto la discussione (cosa semplicissima), perché nel migliore dei casi avrebbe dovuto lasciare la città.

La seconda è che non è colpa nostra se le principali associazioni degli psicologi, in Italia e nel mondo, e l'esperienza personale di coloro che hanno ideato il convegno, danno alla Lista Studenti Universitari Veronesi torto: non è la composizione dei genitori a nuocere ai bimbi, ma la qualità dei rapporti all'interno della famiglia.

Inoltre, è bene notare che l’Olanda, il primo paese al mondo ad aver introdotto il matrimonio egualitario, a partire dal 1 Aprile 2001, supera l’Italia sia per credit rating che per profitto scolastico.

Secondo Standards & Poor's, l’Olanda merita un rating di AA+, l’Italia di BBB- (ed anche le altre agenzie ritengono l’Olanda finanziariamente ben più solida dell’Italia); l’OCSE conduce periodicamente un’indagine chiamata PISA sul profitto scolastico nei vari paesi del mondo, e dall’edizione 2012 risulta che gli studenti olandesi hanno un punteggio medio di 523 in matematica, 511 nella lettura, 522 nelle scienze; quelli italiani invece di 485 in matematica, 490 nella lettura, 494 nelle scienze.

Poiché la media mondiale è rispettivamente 494, 496 e 501, siamo obbligati a condividere le conclusioni dell’OCSE: gli olandesi sono più bravi della media, gli italiani meno! Ed anziché chiederci dove abbiamo sbagliato, cerchiamo dei capri espiatori.

Il confronto è ancora più scoraggiante con il primo classificato europeo, il Liechtenstein, che nel 2011 ha sia votato all’unanimità in parlamento, che confermato con il 68% dei voti a favore in un referendum, le unioni civili per gli omosessuali: rating AAA per Standards & Poor's, punteggi PISA 2012 di 535 in matematica, 516 nella lettura, 522 nelle scienze.

Non sono i risultati economici e culturali che ci aspetteremmo da paesi in grave decadenza per aver disprezzato ciò che della società è la base! Le accuse della Lista Studenti Universitari Veronesi sono frutto di disinformazione - chi non l'ha votata sapeva da chi stava alla larga.

La cosa più importante però da osservare è che non è vero che quando le persone lesbiche, gay, bi, trans, queer, intersessuali, asessuali, ecc. organizzano un Pride per rendersi visibili e chiedere la parità dei diritti e del rispetto, ipso facto fanno torto alle famiglie eterosessuali.

Dichiararlo vuol dire accusare queste famiglie di poter sopravvivere solo a prezzo dell'invisibilità e della diseguaglianza imposte a chi non ne fa parte, ovvero di non avere niente di buono da offrire a chi invece ne fa parte.

Noi invece ci guardiamo bene dallo sminuire le famiglie eterosessuali, perché sono per noi uno dei tanti possibili modelli di famiglia che possono coesistere - e non è l'unico, come confermano la letteratura psicologica e l'esperienza di prima mano, di molte persone e dei nostri soci, che garantisce il benessere di chi ne fa parte.

Lieviti è la prima associazione italiana di persone bisessuali, si occupa della salute e dei diritti delle minoranze sessuali, sostiene il matrimonio egualitario, e sta facendosi un nome non solo a Verona, non solo in Italia, ma anche tra chiunque legga la lingua inglese.

Per esempio, la rivista trimestrale americana Bi Women Boston ha appena pubblicato un'intervista di Robyn Ochs alla presidentessa di Lieviti, Luigia Sasso (testo inglese alle pp. 3-4 di questo PDF, traduzione italiana qui), molto apprezzata negli USA ed in Europa.

Lieviti non ha padrini politici, ma solo associazioni con cui collabora volentieri, tra cui il Comitato del Verona Pride, e l'UDU di Verona, insieme con la quale ha voluto dare un contributo alla cultura veronese.

Lieviti ha tra i soci persone di tutte le età – dalla prima giovinezza alle soglie del pensionamento; genitori biologici, genitori acquisiti, non genitori; comprende sia persone che vivono rapporti omosessuali che persone che vivono rapporti eterosessuali, anche sposate secondo la legge italiana. Sperimentiamo ciò di cui parliamo, e nessun socio si sente messo in discussione da un altro socio, anzi, ci si sostiene nelle sventure e si gode insieme dei momenti felici.

Lieviti si propone come modello non solo di solidarietà ma anche di inclusione, in quanto ha fra i soci italiani e stranieri; cristiani di varie confessioni, ebrei ed atei; nonché psicologi, dipendenti della sanità e perfino bancari – tutte persone il cui mestiere ha insegnato a ragionare globalmente ed a non giudicare lo stile di vita del prossimo.

L'UDU e Lieviti hanno avuto cura di invitare cattedratici di alto profilo, i cui studi non si sono limitati alla realtà italiana, e quello che hanno detto lo potete ora ascoltare dal Web:
 
Il video è in realtà una registrazione audio con immagine fissa
Cliccate qui per udirlo su Youtube
Sono stati portati all'Università proprio perché lì avrebbero trovato persone alla loro altezza capaci di metterli in discussione, ed è un vero peccato che chi avrebbe voluto contraddirli abbia preferito il comunicato stampa emanato di sorpresa al confronto aperto con loro.

Ci spiace sparare sulla Croce Rossa, ma aggiungiamo che noi abbiamo avuto la cortesia, consigliata dal Talmud [bEiruvin 13b - vedi anche qui], di citare i nostri avversari per nome, per primi ed esaurientemente - e poi risponder loro.

Essi tanto amano invece il dialogo da non citarci per nome e da lanciare ipotesi temerarie sui rapporti tra noi, l'UDU, ed il PD. Ci avessero chiesto, avremmo chiarito tutto.

Per Lieviti APS,
il vicepresidente
Raffaele Yona Ladu
Dottore in Psicologia Generale e Sperimentale
RYL