Kolot contro gli estremisti cristiani









Kolot (lett. "voci") è una rivista ebraica online in lingua italiana, politicamente schierata con il governo Netanyahu anche quando (a mio avviso) sbaglia di grosso, e conservatrice in materia religiosa.

È perciò di estremo interesse l'intervista [1] ad uno degli autori della pillola anticoncezionale, l'ebreo Carl Djerassi - ebrei erano anche il capo dell'équipe di ricerca Gregory Goodwin Pincus e la committente del farmaco, Margaret Sanger della Planned Parenthood Federation of America.

Chi si è convinto che l'unica interpretazione possibile del Sefer Bereshit = Libro della Genesi sia quella cristiana in generale, e cattolica in particolare, può rimanere molto stupito dalle parole di Djerassi, e dal fatto che siano state fatte proprie da una rivista online ebraica religiosa.

Non c'è nulla in realtà di stupefacente: come ricorda [2], per gli ebrei (analogamente agli antichi romani - vedi [3]), la santità del matrimonio non sta nella procreazione, ma nel legame tra i coniugi (Genesi 2:18: "Il Signore Iddio disse: Non è bene che l’uomo sia solo: voglio fargli un aiuto analogo a lui"), e di loro con i figli.

Il dovere di procreare c'è (Genesi 1:28), ma non ha il primato sulla vita, la salute, la serenità della donna; anzi, per la letteratura rabbinica, solo l'uomo è tenuto a riprodursi [4] (e l'opinione di maggioranza è che per adempiere a questo dovere basti generare un figlio maschio ed una figlia femmina [5]), mentre la donna può ricorrere a qualsiasi contraccettivo [6] (meglio evitare però i metodi che creano una barriera al seme maschile).

Disperderlo è infatti vietato (Genesi 38:9-10), ma, per una buona ragione, è lecito alla donna rendersi sterile - il Midrash [7] afferma che già ai tempi di Lamec (il discendente di Caino di cui si parla in Genesi 4:16-24) esistevano i contraccettivi orali, e nella Tosefta [8] è scritto:
Un uomo non è autorizzato a bere la tazza di radici per diventare sterile, ma la donna è autorizzata a bere la tazza di radici per diventare sterile.
Se lo scopo principale del matrimonio non è la procreazione ma il legame di coppia, se le donne non sono obbligate a procreare, se agli uomini basta generare un figlio ed una figlia per aver adempiuto al loro dovere, se avere rapporti con una persona incapace di concepire non è considerato dispersione del seme, gran parte delle obiezioni al matrimonio egualitario non riescono a trovare base nella Bibbia, così come interpretata dai suoi primi destinatari, gli ebrei.

E l'intervista pubblicata da Kolot si può così interpretare: "Cari estremisti cristiani, non tirate per la giacchetta la Torah".

Raffaele Ladu
Dottore in Psicologia Generale e Sperimentale