RBG su razza, genere, sessualità

[1] Justice Ginsburg: America Has A ‘Real Racial Problem’

Ruth Bader Ginsburg (1933-in forma smagliante)
Ho già parlato qui della giudice donna americana ed ebrea Ruth Bader Ginsburg [detta affettuosamente "RBG"], e di come si lamentasse che i giudici della Corte Suprema USA fossero diventati più comprensivi verso le persone LGBT che verso il gentil genere.

A questa lagnanza, RBG ha aggiunto, in un'intervista riassunta in [1], che lo stesso si può dire delle questioni razziali: mentre un tempo (fino agli anni '70, quando RBG era una delle più famose avvocatesse specializzate nel campo dei diritti civili) la Corte Suprema USA faceva scuola in tutto il mondo per il modo in cui smantellava la discriminazione razziale, ora non è più così.


L'esempio più recente e grave è stato una sentenza del 2013, in cui veniva abolita una norma del Voting Rights Act che imponeva agli stati con una pesante storia di razzismo alle spalle di ottenere il visto dal Dipartimento di Giustizia federale sulle modifiche alle leggi elettorali.

La motivazione di ciò fu che il razzismo non era più un problema - peccato che, non appena pubblicata la sentenza, alcuni degli stati in questione approvarono revisioni alle circoscrizioni elettorali (come il Texas) capaci di penalizzare le minoranze razziali, e norme sui documenti di identità da presentare al seggio elettorale che, considerate ovvie e non discriminatorie in Italia, sono invece negli USA molto difficili da rispettare per l'elettore povero e ... nero (lo hanno fatto il Texas, l'Alabama, la Carolina del Nord).

RBG commentò la sentenza dicendo che era come "gettar via l'ombrello durante un acquazzone perché tu non ti stavi bagnando".

La parte più interessante, ma controversa, dell'intervista ve la riporto qui:
Quando le persone [gay] cominciarono a dire chi erano, tu ti sei accorto che [gay] era il tuo vicino di casa, oppure poteva essere tuo figlio, ed hai trovato delle persone che ammiravi. (...) Questa comprensione non esiste ancora con la razza: hai ancora dei quartieri separati, in cui le razze non sono miste. È la familiarità con le persone gay che ancora non esiste per la razza, e continuerà così per molto tempo, finché le nostre vite rimarranno divise".
Ricordo che RBG è LGBTQAI-friendly, ma lei giustamente pensa che non deve accadere che le minoranze sessuali sono avvantaggiate, mentre le donne e le minoranze razziali soffrono; la teoria di RBG è interessante, e si può applicare anche al caso israeliano: dall'inizio della Seconda Intifada nel 2000 è stato sempre più difficile per i palestinesi dei Territori Occupati recarsi in Israele, e sempre più difficile per chi vive ad ovest della Linea Verde recarsi nei Territori - con il risultato che la solidarietà umana che avrebbe potuto esserci tra queste due popolazioni si è disseccata, ed il conflitto è diventato più aspro.

Pamela S. Karlan
L'autore di [1] propone un'altra teoria, non di RBG, ma della professoressa di giurisprudenza a Stanford Pam Karlan, il capo dei giuristi del Dipartimento di Giustizia che si occupa del diritto di voto:
Ben poche persone di classe medio-alta si svegliano la mattina scoprendo che i loro figli sono poveri. Ben pochi cittadini si svegliano la mattina scoprendo che i loro figli sono immigrati clandestini. Ben pochi bianchi si svegliano la mattina scoprendo che il loro figlio è nero. [Ma anche il genitore più ferocemente antigay può essere svegliato da una telefonata in cui il figlio o la figlia gli rivela di essere gay].
La tesi ha la sua plausibilità, anche per quanto riguarda le discriminazioni contro le donne - rare sono le persone che scoprono improvvisamente che il proprio caro è una donna anziché un uomo; chi si è letto John Rawls si ricorderà che questi prescriveva, per una società giusta, che chi la creava non dovesse sapere se avrebbe fatto parte dei privilegiati o dei reietti - e quindi dovesse prevedere per i reietti la miglior condizione possibile.

Pam Karlan ha semplicemente esemplificato il concetto: quando non c'è pericolo di sorprese, puoi discriminare quanto vuoi; quando il rischio c'è, non te lo puoi permettere. Aveva ragione Harvey Milk z. l. a considerare il coming-out una potente arma, ed hanno ragione i nostri nemici a temerla cercando di dissuadere le persone omosessuali e bisessuali dal farlo.

Accludo una divertente foto, anche se non del tutto in tema.

"Se potesse capitare agli uomini di rimaner gravidi, i contraccettivi li venderebbero i distributori di palline di gomma da masticare, ed al sapore di pancetta!"
Raffaele Ladu