Buone notizie dall'OMS

[1] World Health Organization told to declassify sexual orientation as basis of mental disorders

[2] Groups Want Gay Diagnoses Out of ICD-11

[3] Proposed declassification of disease categories related to sexual orientation in the International Statistical Classification of Diseases and Related Health Problems (ICD- 11)

[4] LA DIFFERENZIAZIONE SESSUALE CEREBRALE / di Ruffini Chiara, Specialista in Psichiatria

[5] WPATH ICD-11 Consensus Meeting

[6] APA Proposes Deletion of Sexual Orientation Diagnoses in ICD-10

Abbiamo delle buone speranze che i terapeuti riparatori (dell'omosessualità) e cancellatori (della bisessualità) debbano dal 2017 in poi chiedere il pensionamento anticipato, perché l'OMS sembra intenzionata a togliere loro ogni copertura.

Vi traduco gli articoli [1] e [2], che ci danno tante speranze, e poi vi spiego altre utili cose; le citazioni dall'ICD-10 sono tratte dalla pagina 26 di [4].

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È stato detto all'Organizzazione Mondiale della Sanità di declassificare l'orientamento sessuale come base dei disturbi mentali

Un gruppo di lavoro dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha pubblicato delle raccomandazioni per togliere le categorie dei disturbi mentali basati sull'orientamento sessuale dalla prossima revisione della Classificazione Internazionale delle Malattie (ICD).


Il gruppo internazionale di esperti di medicina ha raccomandato all'OMS che le categorie F66, che comprendono delle condizioni legate all'incertezza su o sull'infelicità per l'orientamento sessuale o l'identità di genere, "siano completamente cancellate" dalla prossima edizione dell'ICD.

L'ICD, il cui titolo completo è "International Statistical Classification of Diseases and Related Disorders = Classificazione Statistica Internazionale delle Malattie e dei Disturbi Collegati", vedrà pubblicata la sua undicesima revisione nel 2017. La sua decima edizione (ICD-10), che è stata pubblicata nel 1990, ha tolto l'omosessualità come disturbo in sé, ma contiene i cinque disturbi F66.

Il disordine della maturazione sessuale (F66.0) è definito come: "Il paziente soffre di incertezza relativamente alla sua identità sessuale o al suo orientamento sessuale, che causa ansia o depressione". Perciò si applica particolarmente agli adolescenti che cominciano a farsi domande sulla loro sessualità.

L'orientamento sessuale egodistonico (F66.1) si può diagnosticare quando "l'identità di genere o la preferenza sessuale (eterosessuale, omosessuale, bisessuale o prepuberale) non è in dubbio, ma l'individuo desidererebbe che fosse diversa a causa di disordini psicologici e del comportamento associati, e potrebbe cercare un trattamento per cambiarla."

A proposito dei presunti trattamenti per l'orientamento sessuale egodistonico, il gruppo ha osservato: "Le terapie volte a cambiare l'orientamento sessuale di una persona sono state ritenute estranee alla deontologia professionale [= Therapies aimed at changing a person's sexual orientation have been deemed outside the scope of ethical practice]".

Tali terapie sono diventate di recente negli USA un tema particolarmente caldo. Lo scorso mese, è stata lanciata una campagna per por fine alle terapie di conversione negli States entro cinque anni.


Il rapporto del gruppo di lavoro dell'OMS spiega che, "sebbene le categorie F66 menzionino l'identità di genere, storicamente le categorie sono emerse da precedenti classificazioni dell'orientamento sessuale". Altre categorie in esame erano F66.2 (disordini del rapporto sessuale [secondo me, "sexual relationship" qui significa proprio "relazione sessuale" - dopo ve ne renderete conto da soli]), F66.8 (altro) ed F66.9 (non specificato).

La raccomandazione di rimuovere queste categorie viene dopo che il gruppo di lavoro "non ha trovato prova alcuna che [queste categorie] siano clinicamente utili", ed ha spiegato che "queste categorie possono creare inutile pregiudizio ritardando una diagnosi ed un trattamento accurati".

"Dal punto di vista dei diritti umani", continua il rapporto, "le categorie F66 prendono specificamente di mira gli individui con non-conformità di genere od  un orientamento verso lo stesso sesso senza evidente giustificazione".

Dopo la pubblicazione di queste raccomandazioni, il rapporto è stato "peer reviewed = riveduto dai pari" da diversi ulteriori esperti, tra cui alcuni da paesi che criminalizzano l'omosessualità. Geoffrey Reed, funzionario anziano di progetto OMS incaricato di queste revisioni, ha detto a Science: "Nessuno dei  revisori ha tentato di sostenere che tali categorie vanno conservate".

Comunque, le raccomandazioni devono ancora essere approvate dai ministri della sanità degli stati membri dell'OMS, che sono attualmente 194, prima che si possano eseguire i cambiamenti.

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Più mordace è l'articolo [2]:

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Dei gruppi vogliono togliere le diagnosi gay dall'ICD-11

Pubblicato il 25 Giugno 2014
di John Gever, Vice Direttore, MedPage Today

Un gruppo di lavoro che aiuta a sviluppare l'11^ edizione della Classificazione Internazionale delle Malattie (ICD-11) ha raccomandato che tutti i codici diagnostici che fanno riferimento all'omosessualità vengano rimossi, riecheggiando le  politiche delle principali società psichiatriche e psicologiche degli USA [un elenco parziale si trova qui].

"Non è giustificabile da un punto vista clinico, della salute pubblica, o della ricerca, che una classificazione diagnostica si basi sull'orientamento sessuale", hanno scritto Susan D. Cochran, PhD, dell'University of California Los Angeles, ed altri membri del gruppo di lavoro nel Bulletin of the World Health Organization ([3] è il link provvisorio all'articolo, di forma non ancora definitiva e disponibile solo online).

Lo scorso maggio, l'American Psychological Association ha scritto all'OMS una simile raccomandazione. La quinta edizione [ENG, ITA] del Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders dell'American Psychiatric Association, pubblicata nel Maggio 2013, ha tolto di mezzo tutte le associazioni dell'orientamento sessuale con la malattia mentale.

Nell'ICD-10 appaiono cinque codici diagnostici pertinenti all'orientamento sessuale; questo manuale, dopo tanti ritardi, si pensa che verrà adottato negli USA nel tardo 2015.

Tutti i codici diagnostici hanno la designazione F66. Essi comprendono il "disordine della maturazione sessuale" (F66.0), descritto come ansia o depressione per l'incertezza sul proprio orientamento sessuale od identità di genere, e l'"orientamento sessuale egodistonico" (F66.1), per gli individui che esprimono infelicità per la loro preferenza sessuale e vorrebbero che fosse diversa.

I codici ICD-10 comprendono inoltre F66.2, "Disordini del rapporto sessuale [come ho detto prima, la traduzione corretta è probabilmente "disturbo della relazione sessuale"]" per descrivere le "difficoltà nel formare o mantenere una relazione con un partner sessuale" a causa dell'identità di genere o dell'orientamento sessuale di una persona.

Cochran ha affermato che quest'ultima categoria potrebbe essere usata per dare una diagnosi medica ad un uomo sposato che si rende conto di essere omosessuale e, pertanto, trova che questo crea problemi con sua moglie.

Eliminare i codici significherebbe "che le persone gay potranno sentirsi libere di chiedere aiuto, di condividere le loro preoccupazioni, senza temere che riceveranno un diagnosi di malattia mentale solo perché il contenuto riguarda l'omosessualità o l'atipicità di genere", ha detto Cochran. "Significherebbe la fine della medicalizzazione dell'omosessualità".

Lei e gli altri membri del gruppo di lavoro hanno sostenuto che i genuini problemi psichiatrici esperiti dalle persone gay, anche quelli collegati  al loro orientamento sessuale, possono essere diagnosticati e trattati senza ricorrere a codici diagnostici congegnati apposta per loro.

Questo trattamento speciale ["special treatment" in inglese - mi chiedo se è un'allusione al "Sonderbehandlung" con cui eufemisticamente i nazisti definivano lo sterminio degli  ebrei] non ha senso, ha detto Cochran. "Se una persona è bassa, e vorrebbe non esserlo, questo non è un disturbo. O, se qualcuno è stonato, e vorrebbe non esserlo, questo non è un disturbo. In altre parole, l'ICD prende dei contenuti legati all'orientamento sessuale, e vi appiccica una diagnosi in un modo che non usa per altri aspetti delle persone".

I risultati del gruppo sono emersi da una  rassegna della letteratura pubblicata negli ultimi decenni, che, in generale, ha indicato che le preferenze sessuali si formano in età molto precoce e che, mentre i non eterosessuali tendono a riportare maggiore stress, questo è conseguenza delle "più gravi esperienze di rifiuto e discriminazione sociale".

Cochran ed i colleghi hanno riconosciuto che i codici F66 "possono accrescere l'accuratezza diagnostica perché possono essere usati per gli individui che presentano preoccupazioni per il loro orientamento sessuale o l'identità di genere" (Nota dell'autore dell'articolo: come ha indicato MedPage Today in una lunga serie di articoli, l'ICD-10 è pieno zeppo di categorie diagnostiche talvolta ridicolmente specifiche, come le ferite subite nel precipitoso impatto di un'astronave).

Ma, loro hanno affermato, "l'esistenza di queste categorie può essere pericolosa perché attirano l'attenzione sul contenuto (per esempio, alla rottura di una relazione con un partner dello stesso sesso anziché dell'altro sesso) o su caratteristiche individuali che non hanno significato clinico, oppure patologizzano reazioni normative".

Inoltre, ha scritto il gruppo, "conservare queste caratteristiche può anche essere interpretato come il sostegno a trattamenti inefficaci e contrari alla deontologia che intendono incoraggiare le persone con un orientamento verso le persone dello stesso sesso ad adottare un orientamento od un comportamento eterosessuale".

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Potrei limitarmi a dire che WPATH (World Professional Association for Transgender Health = Associazione Professionale Mondiale per la Salute Transgender), nel documento [4] con le sue proposte di modifica dell'ICD-10, comunica di aver votato a scrutinio segreto, all'unanimità dei 29 esperti votanti, di cancellare tutte le diagnosi di tipo F66.

Potrei semplicemente citare tre paragrafi interessanti di [6], tratti dalla raccomandazione inviata all'OMS dal'American Psychological Association, un'associazione di oltre 130 mila soci negli USA ed in Canada (dura manipolare tutta quella gente, vero?):

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Dopo la pubblicazione dell'ICD-9, ci sono stati dei positivi cambiamenti nella percezione e nello status giuridico dell'omosessualità in molte società di tutto il mondo. Eppure, le persone con identità di orientamento sessuale non eterosessuale e/o comportamento sono tuttora soggette a stigma sociale e discriminazione che nuoce alla loro salute. I disturbi psicologici e comportamentali associati allo sviluppo ed all'orientamento sessuale nell'ICD-10 sono storicamente radicati in, e sostengono la continuazione di, una non scientifica stigmatizzazione dell'omosessualità da parte delle professioni sanitarie. Poiché la stigmatizzazione continua, è probabile che le diagnosi di categoria F66 siano usate per diagnosticare l'omosessualità ad onta dell'avvertenza accompagnatoria contro questa pratica. Inoltre, l'uso dei codici F66 può impedire l'appropriato trattamento dei disturbi sottostanti (per  esempio, la Depressione Maggiore).

Non si è mostrato alcun metodo di trattamento scientificamente accettato capace di trattare con successo le diagnosi F66. Una recente rassegna sistematica della letteratura di ricerca ha trovato: prove insufficienti per sostenere gli sforzi di cambiamento dell'orientamento sessuale (SOCE) negli adulti, nessuna prova che il SOCE nei bambini e negli adolescenti abbia influenzato l'orientamento sessuale da adulti; danni causati dal SOCE; e che i benefici che alcuni riferivano di aver tratto dal SOCE erano legati ad aspetti non-SOCE del trattamento.

I professionisti della salute nei paesi in cui si usa il Diagnostic and Statistical Manual dell'American Psychiatric Association hanno lavorato per oltre 20 anni senza diagnosi affini alle F66 dell'ICD, senza che siano emerse delle difficoltà. Facendo questo, hanno appropriatamente usato i codici diagnostici che riflettevano la natura dei disturbi dal punto di vista dei sintomi stressanti.

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Ma devo aggiungere una cosa: se molti  hanno notato che delle diagnosi F66 spesso si abusa, pochi si rendono conto  che sono soprattutto le persone bisessuali ad esserne vittime.

Per capirlo, citiamo le principali diagnosi F66, nella traduzione che ne ha dato una psichiatra italiana (sono convinto di saper far meglio, dal punto di vista linguistico, ma i gerghi specialistici sono come i ferri del mestiere: li deve manipolare il professionista) in [3]:

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  • Nell’ICD 10: “Disorders of adult personality and behaviour” -> “Psychological and behavioural disorders associated with sexual development and orientation”.
  • Nota anteposta: “l’orientamento sessuale di per sé non è considerato una patologia”.
  • F66.0 Disordine della maturazione sessuale: Il paziente soffre di incertezza relativamente alla sua identità sessuale o al suo orientamento sessuale, che causa ansia o depressione. Più comunemente questo accade in adolescenti che non sono sicuri di essere omosessuali, eterosessuali o bisessuali nell'orientamento o in individui che dopo un periodo di apparentemente stabile orientamento sessuale (spesso con una relazione duratura) vedono che il loro orientamento sessuale sta cambiando.
  • F66.1 Orientamento sessuale egodistonico: l'identità di genere o la preferenza sessuale (eterosessuale, omosessuale, bisessuale o prepuberale) non è in dubbio, ma l'individuo desidererebbe che fosse diversa a causa di disordini psicologici e del comportamento associati, e potrebbe cercare un trattamento per cambiarla.
  • F66.2 Disordini del rapporto sessuale ["sexual relationship" in inglese vuol dire sia "rapporto sessuale" che "relazione sessuale" - probabilmente la traduttrice ha equivocato]: l'identità di genere o l'orientamento sessuale (eterosessuale, omosessuale o bisessuale) è responsabile delle difficoltà nel formare o mantenere una relazione con un partner sessuale.
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Va detto che l'esistenza di un "orientamento sessuale prepuberale" si può sostenere soltanto se si fa coincidere l'orientamento sessuale con l'attrazione sessuale; se si adopera una definizione più esigente (come quella qui discussa), ci si rende conto che l'attrazione verso le persone sessualmente immature non può essere la base di un orientamento sessuale vero e proprio - quindi quest'attrazione si può tranquillamente considerare, come fa il DSM-5, una parafilia (se rimane nella fantasia, o viene agita con persone adulte che acconsentono a compiere attività sessuali passando da bambini), oppure un disturbo parafilico (per non dire un grave reato che merita severa punizione) se viene messo in atto con bambini, che ovviamente non possono dare un valido consenso ad una cosa del genere.

Quello che però conta è mostrare che almeno una delle persone che tanto si preoccupa di non venir criminalizzata quando esprime le sue opinioni sulla famiglia e sulla sessualità (cosa assolutamente improbabile anche qualora passasse il DL Scalfarotto - vedi qui) non sta altrettanto attenta a non patologizzare la gente che pure rispetta le deprecabili linee guida dell'F66 dell'ICD-10.

Leggiamo il blog di Gilberto Gobbi, psicologo ed intellettuale organico delle Sentinelle in Piedi di Verona (i corsivi sono dell'autore, le sottolineature mie):


(inizio)

(...)

La vita psichica può oppone resistenza ad accettare la realtà duale del sesso, cioè  che vi siano due sessi: maschile e femminile. Ciò a causa del fantasma dell’unisessualità del bambino che immagina che vi sia un solo sesso; ancor più quando il soggetto sostiene che la natura abbia sbagliato corpo là dove psicologicamente il suo desiderio (omosessualità, travestitismo, transessualismo) va nella direzione opposta rispetto alla sua identità corporea.

(...)

Così il fallimento della bisessualità psichica favorisce tendenze sessuali problematiche, come il fallimento nella simbolizzazione delle differenze sessuali, l’alternanza della relazione vis-a vis con persone dello stesso sesso o dell’altro sesso, difficoltà nell’accedere al senso delle differenze affettive, razionali e sociali, esitazioni e confusioni di identità con la comparsa di desideri omoerotici, transessuali, o ancor pederasti.
Sappiamo che il processo di maturazione psicosessuale passa attraverso tante tappe e compiti psichici che, se non rielaborati, possono  ancorare il soggetto agli stadi primordiali della vita affettivo-sessuale. Il bambino, come l’adolescente, vive incertezze identitarie, che rielabora grazie alla bisessualità psichica allo scopo di inserirsi nella dinamica della realtà duale della  sessualità.
Anche la persona adulta, col passare dell’età della vita, può conoscere delle regressioni: così uomini e donne, sposati e genitori, dicono  di “cambiare” orientamento sessuale, spesso in seguito a una fase depressiva e divorziano.
L’omosessualità è spesso il sintomo di una depressione originaria (angoscia della perdita), di cui le regressioni in età adulta riattivano conflitti intrapsichici mascherati da diverse resistenze.
(fine)

Gobbi si vanta di saper curare con successo il disturbo F66.1 ("orientamento sessuale egodistonico"), e trova nell'ICD-10 la copertura per farlo. La famiglia dei disturbi F66 però è intrinsecamente contraddittoria, perché in qualsiasi altra situazione nessuno riparerebbe quello che non è rotto.

Non c'è bisogno degli esempi di Susan D. Cochran, PhD: basti pensare che, se uno vuol far riparare un orologio che funziona bene, l'orologiaio gli dice di lasciar perdere, anziché trincerarsi dietro il motto "il cliente ha sempre ragione"; se uno vuole che si intervenga su un dente sano, l'odontoiatra lo caccia dallo studio.

Per usare una diagnosi F66 occorre giocoforza ignorare la nota esplicativa, per cui non si può patologizzare un orientamento sessuale, ed infatti Gobbi sostituisce a questo sprazzo di scientificità ed apertura mentale dell'ICD-10 delle considerazioni del tutto smentite sulle relazioni tra omosessualità ed immaturità o regressione psicoaffettiva.

Non solo: egli cancella completamente l'orientamento bisessuale, privando perciò tutte le persone bisessuali della protezione dalla patologizzazione che pure offre la tanto criticabile famiglia di disturbi F66 dell'ICD-10.

Non solo dovrebbe essere ovvio che per una persona dall'orientamento bisessuale è perfettamente normale alternare relazioni con persone di genere simile con relazioni con persone di genere dissimile; va anche precisato che, sebbene sia vero che in teoria una persona non ha bisogno di "fare la prova" per conoscere il proprio orientamento sessuale, la maggior parte dei bisessuali non assume quest'identità se prima non ha sperimentato ed apprezzato l'amore con più di un genere.

Per un bisessuale non c'è scampo: l'OMS potrebbe considerarlo sano di mente, Gobbi no.

Il caso della persona che "cambia" orientamento sessuale dopo un lungo periodo di stabilità è conosciuto ora molto meglio che nel 1990, quando fu redatto l'ICD-10. Ne avevo parlato anch'io qui. L'orientamento sessuale in molte persone è fluido, non fisso (si è recentemente riscontrato che non è una caratteristica solo femminile - vedi qui), e le persone che hanno questa caratteristica vengono ora generalmente comprese nello spettro bisessuale.

Inoltre, occorre essere molto cauti quando si studia un caso del genere: molte persone che sembrano aver cambiato orientamento sessuale sono in realtà uscite dall'armadio; altre erano convinte di essere "monosessuali", a dispetto di una persistente attrazione verso i generi "sbagliati", finché non si sono innamorate proprio di una persona di uno di quei generi, ed hanno dovuto ammettere di essere in realtà "bisessuali".

Più che di un cambiamento di orientamento sessuale, si dovrebbe parlare in questi casi di "riclassificazione" - o di "cambiamento di identità di orientamento", per mutuare il termine da Paolo Rigliano. Nulla che giustifichi l'uso del codice F66.0. 


(inizio)

La bisessualità psichica ha una grande capacità: quella di contribuire all’interiorizzazione del femminile per entrambi i sessi e consente di abbandonarsi senza essere nell’angoscia di perdere la propria identità o di essere inghiottiti dall’apertura del corpo femminile. Si tratta di un struttura dinamica di natura psichica, che offre l’accesso all’altro nello stesso momento in cui il sé si fonda e poi si apre all’altro sessuato in se stesso. Indica anche il mancato raggiungimento della sessualità quando l’adolescente esita tra l’attrazione nei confronti delle persone del proprio sesso e quelle del sesso opposto.

(fine)

Confrontiamo tutto ciò con la categoria diagnostica F66.0: 
  • F66.0 Disordine della maturazione sessuale: Il paziente soffre di incertezza relativamente alla sua identità sessuale o al suo orientamento sessuale, che causa ansia o depressione. Più comunemente questo accade in adolescenti che non sono sicuri di essere omosessuali, eterosessuali o bisessuali nell'orientamento o in individui che dopo un periodo di apparentemente stabile orientamento sessuale (spesso con una relazione duratura) vedono che il loro orientamento sessuale sta cambiando.
La cancellazione dell'orientamento bisessuale (e la patologizzazione del comportamento bisessuale, anche quello prodotto da un orientamento egosintonico) che opera Gilberto Gobbi fa temere che la sua frase "quando l'adolescente esita tra l'attrazione nei confronti delle persone del proprio sesso e quelle del sesso opposto" non descriva solo quello che aveva in mente l'autore della categoria diagnostica F66.0, ovvero una persona che deve chiarire a se stessa se è omosessuale, eterosessuale o bisessuale, ma anche ma anche una persona bisessuale sinceramente, sessualmente e sanamente attratta da più di un genere.

La bisessualità non è patologica per l'ICD-10. Questo manuale non è per Gilberto Gobbi uno scudo, ma uno specchio ustore.

Non so infatti se è lecito per il professionista della salute (mentale) dichiarare patologico quello che la comunità scientifica riconosce invece come sano - e curare quello che è non è malato, bensì normativo.

Raffaele Ladu
Dottore in Psicologia Generale e Sperimentale
Tesoriere dell'Associazione di Promozione Sociale Lieviti - Bisessuali, Pansessuali e Queer