15 Ottobre 2013 Giochi relazionali: come ti subisco.

Affettività e sessualità: Il sottile confine dell'identità


Il presente percorso è stato elaborato dal gruppo “Lieviti” ( Bisessuali pansessuali e queer di Verona) . L'iniziativa spera possa offrire a tutti, attraverso momenti di riflessione e confronto, strumenti e sollecitazioni che consentano una maggior consapevolezza e serenità nell’affrontare questo tema importante e delicato. 

OBIETTIVI Obiettivo del percorso è affrontare i temi dell'affettività e della sessualità delle persone: a partire da riflessioni fatte tra noi con l’aiuto di un facilitatore (psicologo) ci si confronterà perché possano nascere possibili aperture mentali che consentano di affrontare la sfida sociale a volte molto chiusa e piena di pregiudizi su temi così intimi, delicati e profondi.

 CONTENUTI Sarà affrontato il processo della costruzione dell'identità affettiva e sessuale della persona. Date le caratteristiche del percorso, i contenuti saranno concordati anche sulla scorta dei bisogni emergenti. 

METODOLOGIA La metodologia di lavoro che si intende proporre è volta a promuovere lo scambio ed il confronto tra i partecipanti attraverso la discussione su linee di pensiero che valorizzano la diversità di genere o di orientamento sessuale come una ricchezza e il racconto di esperienze concrete. In questo senso gli incontri avranno molti momenti di condivisione di idee ed esperienze nel gruppo. A tal fine, potranno essere utili i bisogni, le situazioni, le riflessioni che noi tutti ci sentiremo di condividere in un ambiente protetto di auto-mutuo-aiuto.
 IL PERCORSO Vuole promuovere conoscenze ed acquisizioni di strumenti atti a facilitare, attraverso il confronto con gli altri, la gestione della sfera affettivo-sessuale. Il facilitatore del gruppo, oltre a portare competenze psicologiche, cercherà di facilitare la comunicazione tra le persone su una tematica emotivamente coinvolgente quale quella della sessualità intesa come insieme di comportamenti, di relazioni, di comunicazioni attraverso cui sentire ed esprimere affettività, amore, piacere.

 SEDE DEGLI INCONTRI Presso la Casa Comune MAG Verona. Via Cristofoli 31/A - Verona

 LE DATE Gli incontri avranno cadenza quindicinale, ogni due martedì, dalle 21:00 alle 23:00
- per i mesi di settembre ed ottobre 2013 :
 - 17 Settembre 2013
 - 1 Ottobre 2013
 - 15 Ottobre 2013 
- 29 Ottobre 2013

 Gli incontri verranno facilitati dalla psicologa Cristina Comuzzi

 DESTINATARI Il percorso si rivolge ad adulti etero bisessuali od omosessuali interessati ad affrontare ed approfondire la conoscenza ed i risvolti affettivi ed emotivi legati alle problematiche e alle risorse connesse alla affettività e alla sessualità delle persone. Durante gli incontri si parlerà molto di bisessualità (proprio perché è un argomento poco affrontato), ma chiunque può parteciparvi, magari perché il suo partner o coniuge od amico o familiare è bisessuale.
 Ascoltando i bisogni espressi da amici e conoscenti il Gruppo Lieviti (bisessuali e pansessuali e queer) valuterà se è il caso di promuovere un percorso da proseguire nei mesi successivi.

 un abbraccio da Luigia

BI-FESTA domenica 29 settembre ore 17

Siete tutti invitati ad una grande festa:
START: ore 17 Aperitivo Vegetariano e non
BI-FESTA con showman
CHILLI peperoncino rosso
- entrata libera -
presso MAG (casa comune)
Via Cristofoli 31/a
Verona - Stadio

info: 3457153230

Linee guida per ricercare e scrivere sulla bisessualità

[0] http://bisexualresearch.wordpress.com/reports-guidance/guidance/research-guidelines/

Ritenendolo di grande interesse, traduciamo l'articolo [0].

(inizio)

Linee guida per la ricerca (nelle scienze sociali)

Linee guida per ricercare e scrivere sulla bisessualità.

Meg Barker, Jen Yockney, Christina Richards, Rebecca Jones, Helen Bowes-Catton and Tracey Plowman (di BiUK e Bi Community News)

1. Separa i bisessuali dagli altri gruppi: Se stai ricercando o scrivendo su un più ampio gruppo che include le persone bisessuali, non sussumerli in un'altra categoria (per esempio, includendoli tra i 'gay' o gli 'etero'), e non presumere che i problemi delle persone LGB (od LGBT) siano identici per tutti questi gruppi.

2. Evita la cancellazione bisessuale: Non fare della cancellazione bisessuale e non rinforzare l'invisibilità bisessuale compiendo delle ricerche o scrivendo con lo scopo implicito od esplicito di mettere in discussione l'esistenza della bisessualità, o di forme di bisessualità.

3. Fa' attenzione alle spiegazioni: Non presumere che le questioni della causa o della spiegazione della bisessualità siano più pertinenti, interessanti, od utili delle questioni della causa o spiegazione dell'eterosessualità, della sessualità lesbica e gay, o di ogni altra forma di sessualità.

4. Evita l'‘esotismo’: Evita la comune rappresentazione dei bisessuali come di un "altro" interessante e/o esotico, fuori della norma, da cui lasciarsi affascinare. Ricorda che ognuno ha una sessualità, che c'è una grande diversità nella sessualità, e che le vite bisessuali sono sperimentate come altrettanto normali e quotidiane come quelle di chiunque altro. Non scrivere come se tutto il tuo pubblico non fosse bisessuale - molti dei tuoi lettori lo saranno.

5. Evita le critiche ingiuste: Evita la comune critica che i bisessuali sono un gruppo che immagina di fare qualcosa di radicale, ma non è così. Non tutte le persone bisessuali vogliono essere radicali o queer, e ci sono molte diverse comprensioni di ciò che significa bisessualità. Per esempio, alcuni parlano di essere attratti "sia" dagli uomini "che" dalle donne, altri dicono di essere attratti dalle persone "indipendentemente dal genere", ed alcuni mettono deliberatamente in discussione l'idea che le persone da cui sono attratte siano o uomini o donne.

6. Presupponi la molteplicità: Ricordati della molteplicità di esperienze tra i bisessuali e le comunità bisessuali. Non presumere che quello che è vero per un individuo, gruppo o comunità sia vero per tutti. Non scrivere sulla bisessualità o sul "bisessuale" come si ci fosse un solo modo di essere bisessuali od una sola esperienza bisessuale. In particolare, sta' attento alle intersezioni di genere, razza, cultura, religione, classe, età, generazione, abilità, posizione geografica, forma corporea ed altri aspetti socio-culturali e storici che impattano sui modi in cui si sperimenta e si comprende l'attrazione per più di un genere. Se non sei bisessuale, non finire nella trappola di presumere che tutti i bisessuali sono come coloro con cui hai parlato - oppure di usare le loro esperienze per sostenere la tua.

7. Familiarizzati: Assicurati di familiarizzarti con le comunità e le conversazioni bisessuali prima di imbarcarti a scrivere e ricercare. Se non fai parte di queste comunità e conversazioni, prendi in seria considerazione il coinvolgere come co-ricercatori e/o condirettori delle persone che ne fanno parte, e trascorri adeguato tempo familiarizzandoti con loro prima di iniziare il tuo lavoro. Ci sono diversi spazi, cartacei ed online, in cui pubblicare un annuncio per la ricerca di partecipanti, e diversi gruppi ed eventi che puoi frequentare per parlare alla gente. Usa questi spazi in modo appropriato e rispettoso. Ricordati che stai lavorando con delle persone, non con dei reperti o dei volumi di enciclopedia. Dichiara chi sei, fornisci una procedura per le persone che vogliono contattare la tua istituzione, e chiarisci il perché della tua ricerca. Se le persone non si sentono a loro agio con te che fai il ricercatore in uno spazio bisessuale, rispetta il fatto che loro possono aver più bisogno di te di stare in quello spazio.

8. Sii responsabile: Assicurati che il tuo lavoro sia di qualche utilità per coloro che rappresenti, chiedi loro quali domande sono importanti prima di imbarcarti nel tuo lavoro, e non limitarti a riprodurre del lavoro già fatto. È una buona pratica dare ai partecipanti la possibilità di commentare la ricerca e di dare un feedback alle persone ed alle comunità che stai rappresentando. Invita le persone e le comunità bisessuali stesse a misurarti con il tuo lavoro, e da' il benvenuto alle loro osservazioni ed il tempo e l'energia che richiedono.

9. Sii aperto: Avvicinati al tuo lavoro con umità e con apertura mentale. Non sei l'esperto sulle esperienze delle persone su cui stai ricercando o stai scrivendo: loro sono gli esperti. Evita di cominciare con delle presunzioni su quello che troverai, e sii conscio delle presunzioni che è inevitabile che tu abbia. Analogamente, sii disponibile a vederle messe in discussione.

10. Rifletti sugli squilibri di potere: Rifletti sulla tua posizione in relazione a coloro di cui stai ricercando e scrivendo. Qual tipo di potere hai come colui che forgia le domande, che viene visto come l'‘esperto ricercatore’, che magari paga i partecipanti od ha il sostegno di un'istituzione, e forma le sue interpretazioni e conclusioni, e decide quali informazioni includere nella tua pubblicazione? Pensa al perché sei interessato a quest'area e che cosa ci punti. Come potrebbe influenzare questo il modo in cui fai domande, ti avvicini alle persone, conduci la ricerca, scrivi e pubblichi? Qual è l'impatto di questo sulle persone che rappresenti? Considera le alternative, ed assicurati che tu sei aperto su queste cose con le stesse comunità, e nel tuo modo di scrivere.

11. Fa' attenzione al contesto: Il contesto in cui parla la gente ha un effetto marcato su quello che si dice e come lo si dice. Per esempio, le persone possono parlare diversamente della bisessualità ad un evento comunitario, con un partrner, con un ricercatore che conoscono dalla loro comunità, o con un ricercatore non-bisessuale che non hanno mai incontrato prima. Non togliere le affermazioni dal loro contesto, o presumere che riflettano tutto quello che una persona capisce o dice sulla bisessualità.

12. Non presumere l'appartenenza ad altri gruppi: Non tutte le persone bisessuali appartengono anche ad altre categorie. Delle idee sbagliate comuni sono che i bisessuali sono tutti: poliamorosi o non monogami, bianchi, accademici od a loro agio e familiarità con i termini accademici, visibili come bisessuali, a loro agio con l'etichetta "bisessuale", sulla scena LGBT, sostenitori delle medesime politiche, frequentatori degli spazi della comunità bi, o disposti a rispondere alle tue domande.

13. Rispetta il linguaggio usato: Usa le etichette che usano le stesse persone di cui stai scrivendo o su cui stai ricercando. Assicurati di non rappresentar male il loro linguaggio, per esempio mettendo il trattino in bi-sessuale or bi-sessualità (queste parole sono usate da abbastnza tempo da non essere più dei neologismi, quindi non c'è bisogno del trattino perché abbiano senso), od aggiungendo "sessuale" quando uno dice semplicemente "bi". Riconosci che le persone attratte da più di un genere possono non usare alcuna etichetta, o possono usarne altre (come pansessuale, onnisessuale, queer, gay), e che possono usarla in aggiunta a bisessuale od al posto di bisessuale (così come alcune lesbiche direbbero di essere gay, ed altre no).

14. Mettiti nei loro panni: Pensa a come ti sentiresti, o si sentirebbero il tuo gruppo/comunità, ad essere studiati o descritti nel modo in cui tu programmi di studiare o descrivere questo particolare gruppo di bisessuali.

15. Non fare presunzioni sui ricercatori: Non presumere che le altre persone impegnate nelle ricerche sulla bisessualità siano, o non siano, bisessuali. Non pensare che i bisessuali in sé non abbiano credenziali accademiche, e/o non siano impegnati a scrivere/ricercare. Non presumere che i ricercatori che sono bisessuali essi stessi siano meno o più validi (e quindi non criticabili) di chiunque altro.
Con gratitudine a Jacob Hale per aver suggerito le regole per scrivere sui trans, dalle quali abbiamo adattato alcuni punti.

Copyright (cc) 2011 BiUK (Meg Barker, Jen Yockney, Christina Richards, Rebecca Jones, Helen Bowes-Catton and Tracey Plowman). Alcuni diritti riservati. Quest'opera è coperta da copyright, ma disponibile con una licenza Creative Commons BY 3.0: sei libero di copiare, distribuire, trasmettere ed adattare l'opera, anche a scopi commerciali, purché tu attribuisca l'opera agli autori qui elencati, ma tu non lasci intendere in alcun modo che approvino te o l'uso che fai dell'opera. Vedi http://creativecommons.org/licenses/by/3.0.

Queste linee guida sono state tradotte in spagnolo e sono qui disponibili: Directrices para investigar y escribir sobre bisexualidad

(fine)

Raffaele Ladu

Messaggio agli arcobalenofobi: fate branco

Ho coniato la parola "arcobalenofobi" per non scrivere "omofobi, lesbofobi, bifobi, transfobi, ecc.", a rischio magari di dimenticare una minoranza sessuale.

Come molti di voi sapranno, alla Camera è stato inserito il cosiddetto "emendamento Gitti" nel disegno di legge sull'omofobia, che così riassume quest'articolo:
Il testo, in pratica, esenta dalle sanzioni previste dalla legge Mancino «le organizzazioni che svolgono attività di natura politica, sindacale, culturale, sanitaria, di istruzione ovvero di religione o di culto, relative all'attuazione dei principi e dei valori di rilevanza costituzionale che connotano tali organizzazioni».

In altre parole le opinioni o le manifestazione di convincimenti espresse dagli iscritti a tali 'associazioni di tendenza' non costituiranno discriminazione, nè istigazione alla discriminazione. Contro la norma è insorta anche l'Arcigay definedola «irricevibile» perchè «definisce persone, ruoli e luoghi di immunità rispetto a quella norma. Un'eventualità gravissima- sottolinea l'Associazione- che tiene espressamente vivo il principio della discriminazione, esponendo tra l'altro la scuola e i luoghi della formazione a questa sciagura». Hanno annunciato voto contrario Pdl (emendamento subdolo), Sel (salvacondotto per omofobi e nazifascisti, una zona franca per antisemitismo, razzismo, omofobià), M5s (è un veto di Scelta civica per dare il suo sì alla legge).
Il messaggio è chiaro: l'arcobalenofobo isolato (e quindi poco pericoloso) è perseguibile penalmente; quello che ha l'accortezza di costituire un'associazione che gli faccia da cassa di risonanza no. L'emendamento Gitti è un appello agli arcobalenofobi a coalizzarsi - appello che verrà accolto molto volentieri, visto che chi non lo fa rischia conseguenze penali.

Inoltre, quest'articolo dice:
Parole dure anche quelle di Francesca Businarolo, del M5S: "E' altamente discriminate. Gitti ha detto 'noi vogliamo introdurre questo emendamento perché quando selezioniamo le persone per incarichi di lavoro vogliamo sapere se hanno fatto parte di associazioni gay-friendly'.E' una norma discriminatrice dei lavoratori e della lavoratrici che sono omosessuali". Andrea Colletti ha aggiunto: "E' palesemente anticostituzionale".
Leggendo questo, mi è venuto in mente che lo stesso attuale papa ha detto e ribadito (anche ieri - e leggete questo commento) che se uno è gay, ma cerca sinceramente Dio, non va giudicato. Quindi, non è che uno per essere un buon cattolico debba discriminare contro le persone arcobaleno - questo emendamento va contro la Chiesa esattamente come va contro la più elementare giustizia.

Aggiungiamo a questo il timore di SEL che quest'emendamento si ripercuota anche su chi propugna razzismo ed antisemitismo, e scopriamo che alla Camera si è consumata una disfatta epocale non per le persone arcobaleno, ma per le persone perbene.

Tra i tanti pareri autorevoli, cito quello di Antonio Mumolo, consigliere regionale dell'Emilia Romagna per il PD, e presidente dell'associazione Avvocato di Strada ONLUS:
“Oggi la Camera ha approvato la legge contro l’omofobia e la transfobia. Si tratta di una legge importante, che estende ai reati fondati sull’omofobia o transfobia le aggravanti previste dalla legge Mancino, e che era attesa da molti anni dal nostro paese. L’emendamento presentato dal deputato Gregorio Gitti di Scelta Civica e approvato dalla Camera rischia però di svuotare di senso la legge”. Lo dichiarano i consiglieri regionali PD Thomas Casadei e Antonio Mumolo.
“L’emendamento Gitti – sottolineano i consiglieri – esenta dall’azione antidiscriminatoria della legge Mancino le organizzazioni politiche, sindacali, culturali, sanitarie, di istruzione o religiose e rischia di creare inaccettabili zone franche per antisemitismo, razzismo, omofobia.”
“In un paese civile – concludono Casadei e Mumolo – non sarebbe mai successa una cosa simile. La legge ora passerà al Senato e dovrà assolutamente essere modificata perché la legge Mancino si applichi a tutte le discriminazioni e agli atti di odio e violenza motivati da orientamento sessuale e identità di genere e tuteli davvero tutti i cittadini e le cittadine italiane”.
La mia opinione è che l'emendamento Gitti è un buon motivo per affondare la legge al Senato, se non si riesce altrimenti a toglierlo di mezzo. E non dimentichiamo chi ha fatto questo disastro: il Partito Democratico, yisma7 shemo = sia dimenticato il suo nome.

Raffaele Ladu

Noi ci saremo!

Verona Sabato 21 settembre 2013

Noi ci saremo!

Per contrastare l’omofobia e la bifobia e contestare gli pseudo-scienziati che parteciperanno al convegno “La teoria del gender: per l’uomo o contro l’uomo”,

Presidio creativo con fantastici giochi a premi all’insegna del famoso torneo Tocachi-acitocatoca

Partecipate numerosi, l’iniziativa ha già raccolto moltissime adesioni a livello locale, regionale e nazionale

E’ una produzione: Circolo Pink GLBTE Verona, Arcigay Pianeta Urano Verona, Milk center Verona, Arcilesbica Verona, Sportello Migranti LGBT Verona,
Gruppo Lieviti - Bisessuali, pansessuali e queer.

Per adesioni: info@circolopink.it - info@milkverona.it

La bifobia ed i diritti LGBT secondo l'UNISON

L'UNISON ha voluto celebrare il Bi Pride (23 Settembre) 2013 pubblicando il 16 Settembre 2013 il volantino che qui traduciamo (originale in: http://bit.ly/1gsVijQ).

(inizio)

Bisessualità: un problema sindacale

UNISON è uno dei più grandi sindacati del Regno Unito, con più di 1,3 milioni di iscritti. Noi rappresentiamo tutto il personale che fornisce servizi pubblici, sia nel settore pubblico che in quello privato.

Unison ha una lunga ed orgogliosa storia sull’eguaglianza. Noi riconosciamo che le persone bisessuali devono affrontare dei problemi particolari al lavoro e cerchiamo di combattere i pregiudizi bifobici e la discriminazione.

Bisessuali sono le persone che provano attrazione per più di un genere. L’Equality Act del 2010 (http://bit.ly/aA0iaW) protegge le persone bisessuali (e le lesbiche, i gay e gli eterosessuali [sic!]) dalla discriminazione a causa del loro orientamento sessuale.

Bifobia – i fatti

La bifobia è il pregiudizio e la discriminazione contro le persone bisessuali. Una ricerca pubblicata nel Maggio 2013 mostra che le persone bisessuali sperimentano livelli di discriminazione sul lavoro ancora superiori a quelli degli uomini gay. Le persone bisessuali hanno ben maggiore probabilità di sentire che devono nascondere il loro orientamento sessuale in banca rispetto alle persone lesbiche e gay (ben poche persone eterosessuali nascondono il loro orientamento sessuale). Le donne bisessuali sono quelle che con meno probabilità denunciano delle discriminazioni, dacché credono che no verrebbero prese sul serio dacché “succede in continuazione”. I dettagli della ricerca [in inglese] sono qui: http://bit.ly1aISZKU.

Questi risultati confermano un rapporto pubblicato l’anno scorso dall’Open University (URL originale: http://bit.ly/12qdoMx , URL della traduzione italiana curata da Lieviti: http://bit.ly/1gsWG63) che mostra che di tutti i grandi gruppi basati sull’orientamento sessuale, le persone bisessuali hanno i più gravi problemi di salute mentale, tra cui più alti tassi di depressione, ansia, autolesionismo e suicidio. Questo è direttamente legato agli alti livelli di pregiudizio bifobico e discriminazione.

[In Italia una ricerca significativa sulla situazione lavorativa delle persone LGBT in generale, e che individua bene i problemi di quelle bisessuali in particolare, è stata svolta nel 2011 dall'Arcigay ed è culminata nel report Io sono Io lavoro (http://bit.ly/1aQsowD) - alcune considerazioni sul report le abbiamo fatte qui (http://bit.ly/1f12DJo).]

La bifobia si pasce di diversi miti e stereotipi che vanno dall’essere le persone bisessuali avide e promiscue, all’essere la bisessualità “solo una fase”, oppure assolutamente inesistente. Le persone bisessuali devono fare il “coming out” più volte per impedire che le persone presumano un loro orientamento sessuale sbagliato.

Affrontare la bifobia sul posto di lavoro.

I sindacati esistono per difendere i loro membri dalla discriminazione e per operare per condizioni di impiego migliori. Perciò affrontare la bifobia sul posto di lavoro è chiaramente un problema sindacale.
I lavoratori bisessuali possono sentirsi particolarmente isolati, sperimentando lo stigma da parte sia dei colleghi etero che dei colleghi lesbici e gay. Loro [qui la frase si interrompe]
Anche se molte politiche di eguaglianza sul posto di lavoro fanno riferimento alle persone lesbiche, gay e bisessuali, poche fanno più che un riferimento pro-forma all’esistenza ed ai diritti dei lavoratori bisessuali.

Che importanza ha se il tuo orientamento sessuale è invisibile al lavoro?

Importa, perché nascondere una parte centrale di quello che sei nuoce alla tua prestazione lavorativa, alla tua dignità ed alla tua salute mentale.
Il rapporto dell’Open University sulla bisessualità raccomanda:
  • informati ed evita gli stereotipi;
  • separa la bifobia dall’omofobia, riconoscendo che ci sono problemi specifici che le persone bisessuali devono affrontare;
  • tra questi problemi ci sono l’invisibilità, gli stereotipi sull’avidità o la promiscuità, e le pressioni ad essere o gay o etero;
  • assicurati che la bisessualità sia specificamente riportata nelle politiche di eguaglianza;
  • non presumere che tutti i bisessuali siano uguali: le persone bisessuali vengono da tutte le porzioni della società;
  • riconosci il ruolo che la bifobia gioca negli esiti negativi per le persone bisessuali.
UNISON approva ed avalla queste raccomandazioni e chiede ai datori di lavoro di adottarle. Sono azioni semplici, ma possono trasformare l’esperienza quotidiana dei lavoratori bisessuali.

UNISON – sempre al tuo fianco

Noi siamo determinati ad accertarci che i problemi bisessuali siano pienamente affrontati nel nostro lavoro. Ci sono degli incontri annuali per gli iscritti bisessuali per permettere loro di fare rete, identificare i problemi e discutere le proposte per la conferenza nazionale LGBT. Ci sono seggi riservati per le persone bisessuali nella commissione nazionale LGBT. Gli iscritti bisessuali si incontrano inoltre nella nostra conferenza nazionale LGBT.
Se subisci discriminazione bifobica al lavoro, contatta il tuo rappresentante locale per sostegno e consiglio. Ci sono anche delle informazioni nel sito web dell’UNISON.

Come puoi essere coinvolto

Ognuna delle 12 regioni UNISON ha un gruppo LGBT. Hanno delle mailing list confidenziali ed incontri regolari, organizzano della formazione, eleggono dei rappresentanti alla commissione nazionale LGBT dell’UNISON e giocano un ruolo attivo in tutto il lavoro del sindacato nella regione.
Alcune filiali [branches] hanno il loro proprio funzionario LGBT. I loro nomi ed indirizzi dovrebbero essere ampiamente pubblicizzati nella filiale, cosicché tu possa trovarli senza svelarti. Il tuo gruppo regionale può dirti quali filiali hanno gruppi LGBT.
Tutte le filiali dovrebbero avere un coordinatore per l’eguaglianza e molti hanno rappresentanti dell’eguaglianza sul posto di lavoro.
Per saperne di più [ovviamente le informazioni riguardano il sindacato britannico UNISON – le “localizzeremo” non appena possibile]:
  • visita le nostre pagine web http://www.unison.org.uk/out;
  • chiama UNISONdirect 0845 355 0845;
  • scrivi a Carola Towle, national officer – LGBT Equality, UNISON Centre,130 Euston Road, London NW1 2AY;
  • manda una mail a out@unison.co.uk.
(fine)

È troppo chiedere che i seguenti sindacati, che non hanno solo 1,3 milioni di iscritti, ma (nel 2010, secondo questo documento, che pure esprime forti dubbi sulle cifre riportate: http://bit.ly/1dlw1bq):
  • CGIL:    5.748.269 iscritti
  • CISL:    4.542.354 iscritti
  • UGL:     2.377.529 iscritti
  • UIL:     2.184.911 iscritti
  • CONFSAL: 1.818.245 iscritti
imitino i loro colleghi britannici nell'organizzarsi in pro dei lavoratori LGBT?
Raffaele Ladu

Tre buone notizie

[1] http://www.pinknews.co.uk/2013/09/16/us-vice-president-joe-biden-calls-same-sex-marriage-the-issue-of-our-day/

[2a] http://www.pinknews.co.uk/2013/09/16/unison-set-to-challenge-workplace-biphobia-by-launching-new-fact-sheet-for-bi-visibility-day/

[2b] http://www.unison.org.uk/news/get-ready-for-bi-visibility-day

[2c] https://www.unison.org.uk/upload/sharepoint/Best%20Practice%20and%20Procedures/Bisexuality%20-%20a%20trade%20union%20issue.pdf

[2d] http://fra.europa.eu/en/publication/2013/eu-lgbt-survey-european-union-lesbian-gay-bisexual-and-transgender-survey-results

[2e] http://www.pinknews.co.uk/2013/09/16/trade-union-congress-launches-new-guide-for-combating-homophobia-in-the-workplace/

[2f] http://www.tuc.org.uk/tucfiles/651/LGBT_Equality_At_Work_2013_Online.pdf

[3a] http://www.ynetnews.com/articles/0,7340,L-4430270,00.html

[3b] http://www.ynetnews.com/articles/0,7340,L-4419781,00.html

La prima buona notizia viene dagli USA: secondo [1] il vicepresidente Joe Biden, cattolico, ha difeso la sua scelta in favore dei matrimoni gay dicendo che sono la questione odierna dei diritti civili, e che non vede alcuna differenza tra matrimoni di coppie eterosessuali e matrimoni di coppie omosessuali.

La seconda buona notizia viene dal Regno Unito: secondo [2a] Unison, il più grande sindacato inglese dei lavoratori dei servizi pubblici (forniti da imprese pubbliche o private), ha deciso di festeggiare il Bi Pride and Visibility Day (il 23 Settembre di ogni anno) con il volantino [2c], che identifica la bifobia come un problema specifico che il sindacato deve affrontare sul luogo di lavoro.

La pagina [2b] presenta e riassume il volantino (dateci un po' di tempo e lo traduciamo); [2d] è una recente ricerca dell'Unione Europea sulle discriminazioni contro le persone LGBT citata dall'Unison, e su cui torneremo.

Nemmeno il Trades Union Congress, la confederazione sindacale britannica, è voluta mancare all'appuntamento, ed ha pubblicato oggi in [2e] la 3^ Edizione (2013) della sua guida LGBT Equality at Work = Eguaglianza LGBT al lavoro.

La terza buona notizia viene da Israele: secondo [3a], il deputato laburista Isaac Herzog, della Commissione per l'Elezione dei Giudici, ha raccomandato che i candidati giudici frequentino dei seminari su questioni sociali come il matrimonio omosessuale e le famiglie uniparentali.

La proposta di Herzog è sulla scia della decisione del Presidente della Corte Suprema Asher Grunis e del Ministro (donna) della Giustizia Tzipi Livni di far frequentare due volte l'anno ai giudici che si occupano di crimini sessuali dei seminari volti ad aumentare la loro sensibilità ai crimini di violenza carnale e molestia sessuale.

La decisione è nata dopo che il giudice israeliano Nissim Yeshaya ebbe la pessima idea di dire che "ad alcune ragazze piace farsi stuprare", e dovette perciò dimettersi; per quanto riguarda la proposta di Herzog, il ministro Livni ha detto che è una buona idea, ed il presidente Grunis ha detto che se ne riparlerà nelle prossime riunioni della Commissione.

Dove chiediamo asilo politico? Negli USA, nel Regno Unito od in Israele?

Raffaele Ladu

Verona centro del mondo, quello dell’intolleranza

COMUNICATO STAMPA

Verona centro del mondo, quello dell’intolleranza.
Anche Forza Nuova e Christus Rex il 21 settembre faranno sentire il loro pensiero intollerante a Verona.

Si può proprio dire che a Verona non ci si faccia mancare proprio nulla: nella bella città dell’amore (ma di quale ci si potrebbe chiedere) il 21 settembre succede di tutto.

O meglio, arriva tutto il peggio che si può pescare nella rete dell’intolleranza, tutti con un’unica ossessione: la
lotta forsennata contro lesbiche, gay, bisessuali e transessuali. Ma che gli abbiamo fatto a questi?

Se in Gran Guardia si svolge l’ormai famoso convegno contro il riconoscimento dei diritti alle persone con diverso orientamento sessuale e identità di genere, organizzato da due associazioni per la difesa della vita (il tutto in una sede, a Verona, a due passi dalla curia, con l’appoggio di Comune, Provincia e Curia veronese), presso la sala ATER (sempre Verona) si rivedono Forza Nuova e Christus Rex, unite dagli gli stessi argomenti: lotta ai matrimoni gay, legge contro l’omofobia, aborto, difesa della famiglia tradizionale.

Potremmo, poi, dire che in Gran Guardia prendono parola professoroni universitari sotto il cappello della “cultura con la A maiuscola” dell’intolleranza, mentre, nella sala ATER, si danno appuntamento quelli che in Gran Guardia non sarebbero mai potuti entrare perchè ufficialmente impresentabili, anche per uno come Tosi, che si arrabatta come meglio può per togliersi di dosso le sue simpatie per la destra estrema e l’integralismo cattolico. Il suo tentativo di cambiamento da finto democratico è ormai sotto gli occhi di tutti: partecipa a tutte le possibili trasmissioni televisive e radiofoniche a spigare che tratta tutti allo stesso modo.

Alcuni di quei “tutti”, in ogni caso, sono quelli spaventati dal cambiamento: quelli che hanno paura di noi “diversi” e che manifestano questa loro fobia con convegni a cui vogliono dare la parvenza di scientificità ma che sono, in realtà, carichi di intolleranza.

L’ATER (Azienda Territoriale per l’Edilizia Residenziale della provincia Verona) non è nuova a ospitalità del genere. Non è la prima volta che i fascisti del primo, secondo e terzo millennio si danno appuntamento lì: era già successo in aprile, quando Casa Pound spostò un incontro sui due Marò detenuti in India dal Calmiere, ristorante a due passi, nella sala ATER.

La provincia funge da filo di unione fra le parti: concede la sala a FN e Christus Rex ma dà anche il patrocinio al convegno alla Gran Guardia (tutto in un intreccio di alleanze politico-culturali e religiose molto pericolose).

Ci stupisce, in ogni caso, la posizione del vescovo Zenti, in aperta contrapposizione alla nuova politica del Vaticano, quest’ultimo sempre più impegnato a spendersi per apparire più vicina alla gente, con mille trucchetti degni della migliore agenzia di markenting attualmente sul mercato della comunicazione.

In ogni caso, un Vescovo, che non si fa nessun problema a dare il proprio appoggio a conferenze che hanno come unico scopo quello creare e fomentare l’intolleranza contro le persone omosessuali e transessuali, è probabilmente quello più spaventato tra tutti

La presenza di Forza Nuova, con il suo fascistissimo presidente, e Christus Rex ci fanno solo capire come sia sempre più importante resistere in questa città che purtroppo sa mostrare sempre più la sua faccia nera.

Facciamo appello a tutte e tutti le cittadine e cittadini di Verona ad essere presenti al presidio organizzato in piazza bra il 21 settembre 2013 dalle ore 8,30 in poi.
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Firme:
Circolo Pink GLBTE Verona, Arcigay Pianeta Urano Verona, Milk center Verona, Gruppo Lieviti -
Bisessuali, pansessuali e queer, Arcilesbica Verona, Sportello Migranti LGBT Verona.

Verona 14 settembre 2013

Paolo Ferrari, della Comunità di Base di Verona, così chiede l'annullamento del convegno omofobico

Nel 2008 il numero di Giugno di “Aggiornamenti sociali”, rivista della Compagnia di Gesù, pubblicò un lungo articolo (pag. 421-444) intitolato “Riconoscere le unioni omosessuali? : Un contributo alla discussione”
L’articolo così esordisce: “Si può sostenere la disciplina giuridica del legame stabile tra due persone dello stesso sesso sulla base non della sua specifica connotazione sessuale, ma della sua rilevanza sociale e costituzionale? Questa la domanda su cui ha riflettuto un gruppo di studiosi di diverse discipline (etica filosofica e teologica, diritto, scienze sociali). L’obiettivo dichiarato è di contribuire a meglio comprendere, nelle sue molteplici dimensioni e alla luce delle indicazioni del Magistero, una questione controversa e a identificare spazi di dialogo tra opinioni contrapposte.”
 E dopo una dettagliata analisi così conclude:
“Il riconoscimento giuridico del legame tra persone dello stesso sesso, quale presa d’atto di relazioni già in essere, trova la sua giustificazione in quanto tale relazione sociale concorre alla costruzione del bene comune. Prendersi cura dell’altro, stabilmente, è forma di realizzazione del soggetto e al tempo stesso contributo alla vita sociale in termini di solidarietà e condivisione. Ed è proprio per questa relazionalità che il legame tra le persone dello stesso sesso, così come avviene per altre forme di relazione sociale, può essere garantito, non nella forma di un privilegio concesso in funzione della particolare relazione sessuale, ma nel riconoscimento del valore e del significato comunitario di questa prossimità. [...]
In questo quadro la scelta di riconoscere il legame tra persone dello stesso sesso appare giustificabile da parte di un politico cattolico. Essa rappresenta un’opzione confacente al bene comune, di promozione di un legame socialmente rilevante, di un punto di equilibrio in un contesto pluralista in cui potersi riconoscere, di risposta praticabile a una esigenza presente nell’attuale contesto storico. E ciò senza mettere in discussione il valore della famiglia, evitando così indebite analogie, abusi e pericolosi scivolamenti verso ulteriori pretese” (p. 444)”
 “La Repubblica” pubblicò un articolo di Zita Dazzi (30 maggio 2008) “I gesuiti aprono alle coppie omosessuali” Su “Aggiornamenti sociali” il sì alla registrazione delle convivenze. In questo modo l’articolo ebbe ampio risalto.
Queste posizioni sono in fondo strettamente affini a quelle espresse cardinale Carlo Maria Martini, poco prima di morire nella sua conversazione col Senatore Ignazio Marino: “Io ritengo che la famiglia vada difesa perché è veramente quella che sostiene la società in maniera stabile e permanente e per il ruolo fondamentale che esercita nell’educazione dei figli. Però non è male, in luogo di rapporti omosessuali occasionali, che due persone abbiano una certa stabilità e quindi in questo senso lo Stato potrebbe anche favorirli. Non condivido le posizioni di chi, nella Chiesa, se la prende con le unioni civili. Io sostengo il matrimonio tradizionale con tutti i suoi valori e sono convinto che non vada messo in discussione. Se poi alcune persone, di sesso diverso oppure anche dello stesso sesso, ambiscono a firmare un patto per dare una certa stabilità alla loro coppia, perché vogliamo assolutamente che non sia? Io penso che la coppia omosessuale, in quanto tale, non potrà mai essere equiparata in tutto al matrimonio e d’altra parte non credo che la coppia eterosessuale e il matrimonio debbano essere difesi o puntellati con mezzi straordinari perché si basano su valori talmente forti che non mi pare si renda necessario un intervento a tutela.
Anche per questo, se lo Stato concede qualche beneficio agli omosessuali, non me la prenderei troppo. La Chiesa cattolica, dal canto suo, promuove le unioni che sono favorevoli al proseguimento della specie umana e alla sua stabilità, e tuttavia non è giusto esprimere alcuna discriminazione per altri tipi di unioni.”
Adista notizie (Fatti, notizie, avvenimenti su mondo cattolico e realtà religiose), sul n.45 del 2008 pubblica un articolo “SI PUÒ FARE. I GESUITI DI MILANO SOLLECITANO IL RICONOSCIMENTO GIURIDICO DELLE COPPIE OMOSESSUALI” in cui con occhio laico esamina l’articolo delle rivista dei Gesuiti. (http://www.adistaonline.it/?op=articolo&id=42873).  Adista osserva che: “Riconosciuto che le cause che concorrono a determinare un orientamento omosessuale sfuggono alla volontà del soggetto, Carlo Casalone, vicedirettore del mensile [dei Gesuiti], afferma che “il compito dell’etica non sta nell’insistere per modificare questa organizzazione psicosessuale, ma nel favorire per quanto possibile la crescita di relazioni più autentiche nelle condizioni date”. La richiesta di riconoscimento giuridico da parte di coppie omosessuali è elevata: infatti, come sottolinea Giacomo Costa, caporedattore, “in assenza di alternative, il modello matrimoniale, pur compreso in senso limitato come ‘riconoscimento pubblico di una relazione affettiva’, rimane un punto di riferimento giuridico, oltre che simbolico per le convivenze omosessuali perché, alla base della rivendicazione, sta un desiderio di riconoscimento tout court della propria dignità”. Uno degli aspetti vissuti con maggiore difficoltà dagli omosessuali è infatti l’essere “socialmente invisibili”: “La lotta per il riconoscimento dei diritti civili e sociali – continua Costa – costituisce di fatto uno sforzo per entrare con il proprio progetto di vita nel ‘ciclo di vita’ della società nel suo insieme”.”
Così Adista prosegue l’esame dell’articolo della rivista dei Gesuiti: “Analizzando le argomentazioni che nella riflessione etico-teologica conducono ad una valutazione morale negativa sulle relazioni omosessuali, Massimo Reichlin, professore di Etica della vita all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, conclude che “è dubbio che tali argomenti giustifichino il rifiuto di qualunque disciplina legislativa delle unioni omosessuali”. “Nella misura in cui non le equipari al matrimonio – continua Reichlin -, ma riconosca alcuni diritti, fondati sulla continuità di una convivenza e di una relazione affettiva, pare difficile sostenere che un simile riconoscimento costituirebbe una svalutazione dell’istituzione matrimoniale o una modificazione radicale dell’organizzazione sociale”. Proprio la continuità e la stabilità della relazione costituiscono, come ricorda Angelo Mattioni, professore di Diritto costituzionale all’Università Cattolica di Milano, “il dato cui la Corte Costituzionale ricollega il necessario riconoscimento di un rapporto che dà fondamento all’esercizio di diritti e all’adempimento di doveri”. La Corte, escludendo l’estensione delle norme che configurano la condizione giuridica della famiglia, di cui all’art. 29 della Costituzione, ad altre forme di convivenza, ha ritenuto loro fondamento costituzionale l’art. 2 che riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo che nelle formazioni sociali in cui si svolge la sua personalità. Come rileva Mattioni, “risultano sostanzialmente irrilevanti le caratteristiche dei membri che fanno parte di tale formazione sociale”: infatti, riconoscendo “nella stabilità la fonte di questi diritti e doveri, risulterebbe contrario al principio di uguaglianza escludere da queste garanzie certi tipi di convivenze”. “Non spetta al legislatore – evidenzia Mario Picozzi, professore di Medicina legale all’Università degli Studi dell’Insubria – “indagare in che modo la relazione viene vissuta sotto altro profilo che non sia quello impegnativo dell’assunzione pubblica della cura e della promozione dell’altro e di altri”. “Invaderebbe campi che non le appartengono una scelta politica che volesse stabilire a priori forme accettabili di espressione di quel legame e in base ad esse riconoscere e garantire determinate tutele”. “Il riconoscimento giuridico del legame tra persone delle stesso sesso – continua Picozzi – trova la sua giustificazione in quanto tale relazione sociale concorre alla costruzione del bene comune”. “Prendersi cura dell’altro, stabilmente, è forma di realizzazione del soggetto e al tempo stesso contributo alla vita sociale in termini di solidarietà e condivisione”. In questo quadro, la scelta di riconoscere un siffatto legame, “senza mettere in discussione il valore della famiglia ed evitando così indebite analogie” appare, secondo Picozzi, “giustificabile da parte di un politico cattolico”. Essa rappresenta infatti “un’opzione confacente al bene comune, di promozione di un legame socialmente rilevante, di un punto di equilibrio in un contesto pluralista in cui potersi riconoscere, di risposta praticabile a una esigenza presente nell’attuale contesto storico”.”

Verona contro l'Omofobia - NOI CI SAREMO!



Verona Sabato 21 settembre 2013 -

Piazza Bra, davanti al Palazzo della Gran Guardia - dalle ore 8.00 del mattino, ore 18.00 del pomeriggio.

Noi ci saremo! Presidio per i diritti gay-lesbici-bisex-trans-intersex e queer. 


Per contrastare l’omofobia dei Tosi-boys e contestare gli pseudo-scienziati che parteciperanno al convegno “La teoria del gender: per l’uomo o contro l’uomo”, in pratica un’accozzaglia malassortita di antievoluzionisti e integralisti cattolici, il tutto con patrocinio di Comune e Provincia, sala gratis e saluti del vescovo, del sindaco e del presidente della Provincia di Verona. Presidio creativo con fantastici giochi a premi all’insegna del famoso torneo Tocachi-acitocatoca Il presidio va avanti tutto il giorno, per chi arriva da fuori Verona e non volesse passare tutta la giornata in Piazza consigliamo di esserci dalle 15.00 in poi, dato che da quell'ora entrerà nel vivo, altrimenti noi saremo in Piazza dalle 8.00 del mattino.

Partecipate numerosi, l’iniziativa ha già raccolto moltissime adesioni a livello locale, regionale e nazionale Vieni con noi A sbeffeggiare I supereroi I super super super Tosi-boys E’ una produzione: Circolo Pink GLBTE Verona, Arcigay Pianeta Urano Verona, Milk center Verona, Gruppo Lieviti - Bisessuali, pansessuali e queer, Arcilesbica Verona, Sportello Migranti LGBT Verona. 


Per registrarsi al convegno ecco l'indirizzo:
http://www.famigliadomani.it/registrazione-convegno/ 


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Comunicato stampa
Verona 7 settembre 2013
Il lupo perde il pelo ma non il vizio 
Convegno Gran Guardia, Verona 21 settembre 2013 - Noi ci saremo! Ci risiamo. L’ennesima (pericolosa) iniziativa in odor di integralismo cattolico e di omofobia, bifobia e transfobia, patrocinata dalla Provincia e dal Comune di Verona, che fornisce gratuitamente anche la sala convegni e parte del loggiato del palazzo della Gran Guardia, è alle porte. Il Convegno sarà aperto con la "benedizione" e i saluti di Flavio Tosi - Sindaco di Verona, Giovanni Miozzi Presidente della Provincia di Verona e dal Vescovo di Verona Giuseppe Zenti. Per il 21 settembre prossimo il Movimento europeo difesa della vita e l’associazione Famiglia Domani organizzano un convegno dal titolo “La teoria del gender(1): per l’uomo o contro l’uomo?”. Le due associazioni, ambedue impegnate nella difesa della famiglia “intesa come stabile e cosciente relazione di vita, spirituale e materiale, tra un uomo e una donna” (Movimento europeo difesa della vita) e nella “promozione dei valori familiari naturali e cristiani minacciati dalla degradazione culturale e morale del nostro tempo” (associazione Famiglia Domani), basterebbero da sole a identificare di che tipo di convegno si tratterà. Tra i loghi presenti sui manifesti del convegno anche quello del “Centro culturale Nicolò Stenone”, presieduto nientemeno che dal consigliere comunale, noto per i suoi interventi sessisti e omofobi, Alberto Zelger. I relatori invitati a partecipare al convegno sono ovviamente in linea con il tenore dello stesso: un gruppo di professori in parte provenienti dalle università cattoliche, in parte dipendenti pubblici, tutti rigorosamente cattolici e quasi tutti impegnati a vario titolo nella diffusione delle loro “idee” su quotidiani, periodici, radio e siti web: - 


Roberto de Mattei, docente di Storia della Chiesa, Università Europea di Roma (università fondata dalla Congregazione dei Legionari i Cristo nel 2005). Noto per le sue posizioni antievoluzioniste, pubblicizzate anche in ambiti istituzionali, per la sua critica al relativismo e alle linee di pensiero affermatesi nella Chiesa dopo il Concilio Vaticano II. E’ un noto “opinionista” di Radio Maria. Famosa sul web la sua interpretazione delle catastrofi naturali come castigo divino: in occasione del terremoto del 2011 in Giappone ha dichiarato che le catastrofi naturali possono essere, e talora sono esigenza della giustizia di Dio. Per i bimbi innocenti morti nella catastrofe accanto ai colpevoli si è trattato di un battesimo di sofferenza con cui Dio ha inteso purificare le loro anime. 

- Mario Palmaro, docente di Filosofia del Diritto, Università Europea di Roma. E’ redattore del mensile cattolico Il Timone e collabora con i quotidiani Il Foglio, Il Giornale, il mensile Studi cattolici e altre riviste specializzate. Tiene mensilmente la rubrica "Incontri con la bioetica" a Radio Maria. È segretario generale della Fondazione Emit Feltrinelli di Milano, presidente nazionale del Comitato Verità e Vita, membro dell’Associazione Giuristi per la Vita e dell’Unione Giuristi Cattolici Italiani per la sezione di Monza e Brianza. In un articolo dichiara: “L'omosessualità è una condizione patologica. Dalla quale, se si vuole, si può uscire”.

 - Chiara Atzori, infettivologa, lavora all’ospedale Luigi Sacco di Milano. Sostenitrice accanita della teoria “riparativa”, in un intervento a Radio Maria ha affermato: “Credo che non sia ragionevole negare che nei paesi dove è avvenuta la normalizzazione dell’omosessualità […] i risultati sanitari sono stati devastanti. Questo è un dato di realtà che si evince sia dagli studi epidemiologici degli Stati Uniti, direi ancora di più dai dati inglesi, in cui veramente la prevalenza delle infezioni nella popolazione omosessuale sono estremamente elevate ma soprattutto dove, purtroppo, anche la propagazione di una normalizzazione dell’omosessualità non fa altro che incrementare anche i comportamenti cosiddetti esplorativi”.

 - Matteo D’Amico, docente di filosofia ad Ancona – AESPI (Associazione Europea Scuola e Professionalità Insegnante); 

- Luca Galantini, docente di Storia del Diritto Moderno, Università Europea di Roma. Svolge attività di giornalista pubblicista, collaborando come editorialista sui temi di storia delle istituzioni politiche, relazioni internazionali e diritti umani sui quotidiani nazionali Avvenire, Libero, Domenicale, Liberal, Secolo d’Italia, e sulle riviste Fondazione Benecomune, Radici Cristiane;

 - Dina Nerozzi, neuropsichiatra infantile, docente di Psiconeuroendocrinologia, Università di Tor Vergata di Roma. Si è spesa contro la legge 194 mentre, in merito al “gender”, scrive: “L'ideologia di genere è il tentativo di cancellare le leggi della biologia, della genetica, delle scienza naturali, ritenute obsolete a fronte dell'avanzare della tecnologia, e la loro sostituzione con artifici giuridici inventati dall'uomo. È dunque un'ideologia che dichiara guerra non solo alla natura ma anche alla scienza e utilizza il potere giudiziario per imporre una precisa agenda politica”. Sono questi i personaggi che, secondo la dicitura apposta sulla richiesta al Comune di Verona di patrocinio e concessione della Gran Guardia, dovrebbero “fornire alcuni elementi di conoscenza su un fenomeno culturale che sta attraversando l’Europa e il mondo intero, senza condizionamenti idelogici, ma affrontando la questione con gli strumenti della ragione e della scienza”. Una colossale bufala, una conferma, se mai ce ne fosse bisogno, delle posizioni omofobe legate al più becero integralismo cattolico di sindaco e giunta comunale, basti ricordare la recente bocciatura, lo scorso 18 luglio, dell’ordine del giorno proposto dal centrosinistra per revocare le vergognose mozioni del 1995, con l’intervento del sindaco che dichiarava di non voler prendere posizione su fatti inerenti l’etica e la morale. Altra colossale bufala, evidentemente, visti i ponti d’oro costruiti per le suddette, discutibili associazioni e per Zelger, che nel dibattito del 18 luglio scorso si è distinto per i suoi interventi omofobi al limite dell’incitamento alla violenza. I gruppi e le associazioni lgbtqe, che da anni lavorano sul territorio veronese lottando contro le discriminazioni e per i diritti di cittadinanza, invitano i cittadini e le cittadine a protestare contro questo ennesimo evento di chiaro stampo fascista e annunciano la loro presenza durante la giornata del convegno. 

Noi ci saremo. Firme: Circolo Pink GLBTE Verona, Arcigay Pianeta Urano Verona, Milk center Verona, Gruppo Lieviti - Bisessuali, pansessuali e queer, Arcilesbica Verona, Sportello Migranti LGBT Verona. Per adesioni: iinfo@circolopink.it info@milkverona.it

Hanno aderito:

Associazioni, gruppi, collettivi: 

MIT Bologna - Movimento Identità Transessuale 
Arcigay Padova Tralaltro  - Arcigay Torino -  Intersexioni - Maurice GLBT Torino - Collettivo Anguane - i Ken ONLUS - GayStatale Milano Rete Genitori Rainbow (RGR) - Centro di ricerca Politesse - Politiche e teorie della sessualità - Università di Verona - Isolina e... associazione per la prevenzione del femminicidio - Collettivo femminista Benazir Verona - Anteros LGBTI Padova - Associazione Delos Vicenza  - Adalab, Vicenza - UAAR, Unione Atei Agnostici Razionalisti di Verona - AVEN (Asexuality Visibility and Education Network) - Italia - Movimento Pansessuale - Comitato Territoriale Arcigay Siena Associazione radicale Certi Diritti - Arci Verona - Gasp! Onlus Verona - Fuoricampo Lesbian Group, Bologna - COMITATO ARCI GAY “Marcella DiFolco” Salerno - Avvocatura per i diritti LGBTI - Rete Lenford - AGEDO (Associazione Genitori Parenti Amici di Omosessuali) Laboratorio Smaschieramenti  Bologna - Arcilesbica Il Riparo Padova - Famiglie Arcobaleno Fuori! Trasmissione a tematica LGBTQI di Radio Gamma Cinque-Padova “Tanti Lati Latitanti” Famiglie Arcobaleno Triveneto - SHAKE LGBTE - Sportello Ala Onlus Milano - Vengoprima Arcigay Gioconda - Genova Gaya Le Ninfe LGBTQI (Genova) - Coordinamento Nazionale Transessuale “Sylvia Rivera” - Avv. Federica Pezzoli Free Lance Attivista Transessuale Roma Famiglie arcobaleno - associazione genitori omosessuali - DEDALUS Coop Sociale (Napoli) Associazione Priscilla (Napoli) - Progetto Altri Luoghi (Napoli) - ATN (Napoli) - Arcigay Matthew Shephard Modena - Coordinamento Torino Pride GLBT - Un altro genere di comunicazione (UAGDC) - ArciLesbica Bologna - Arcigay Nazionale - Consultorio Trans Genere - Lucca - Politropia Arcigay Rovigo - Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli MigraBO' LGBT - Bologna - AGEDO Foggia - Rifondazione Comunista di Verona Associazione Culturale Barokthegreat - Verona Ufficio Nuovi Diritti CGIL Regione Veneto SISM (Segretariato Italiano Studenti in Medicina) - Un altro genere di comunicazione (UAGDC) - blog collettivo femminista Singol*: Laurella Arietti - attivista Trans Verona - Valèrie Taccarelli Attivista Trans - Lorenzo Bernini - Professore aggregato in Filosofia politica, Università di Verona - Gloria Sosta, Gruppo Transessuali Brescia - Marco Alessandro Giusta, Presidente Arcigay Torino e componente segreteria nazionale Arcigay - Damiano Fermo, consigliere comunale Verona - Tamar Pitch, professoressa di filosofia e sociologia del diritto, Università di Perugia  - Annalisa Zabonati - Gabriele Fedrigo - Maria Geneth - Filippo Furri, PHD Antropologia Université de Montreal-EHESS - Emiliano Merlin, ricercatore - Ettore Ferrini, scrittore - Girolamo Mancuso, ragioniere - Marica Grego, studentessa - Daniela Nadia Borghi, impiegata - Riccardo Ferrario, studente universitario - Riccardo Bego, segreteria FIOM-CGIL Rovigo - Marzio Defranceschi, analista programmatore - Michela Angelini, medico veterinario Paolo Camposanpiero, medico veterinario - Valentina Ruzza, impiegata - Teresa Parigi, studentessa - Niccolò Furri, precario - Marco Veronese Passarella, Ricercatore in Economia, Università di Leeds (UK) - Filippo Mineccia, Musicista - Pierangelo Leonardi, impiegato Francesco Casoni, giornalista - Simone Ottaviani, odontoiatra - Laura Bilanceri, Lettrice di lingua italiana Smirne, Turchia - Tamassia Silvia, libera professionista - Agnese Belcari, libera professionista - Maria Cecilia Spezzaferri, pensionata  - Alice Ricchini, dialogatrice - Olivia Guaraldo - ricercatrice in filosofia politica Università di Verona - Laura De Salvatore, cuoca Sara De Togni, impiegata - Fabio Vecchietti, impiegato - Jara Bombana, addetta stampa Federica Panizzo, avvocata - Thomas Tedesco, assicuratore - Stefan Milosalvljevic, studente Federico Zappino  -Morena Piccoli del Circolo della Rosa - Alessandra Senettin Sara Garbagnoli, dottoranda - Ehess-Parigi Beatrice Gusmano, assegnista di ricerca - Egon Botteghi, magazziniere - Giovanna Bruna Pineda - Circolo Antonio Gramsci, Rifondazione Comunista, Rovigo  -Roberto Leone ,Dipartimento di sanità pubblica e medicina di comunità, Università di Verona - Giorgio Bragaja, giornalista - Cristina Stevanoni - ex docente universitaria - Giovanni Battista Novello Paglianti - ex docente universitario - Federica de Cordova - psicologa ricercatrice Università di Verona - Vladimir Luxuria  - LAURA SEBASTIO, LIBERA PROFESSIONISTA - Simone rossi, avvocato - Gigliola Toniollo CGIL Nazionale Ufficio Nuovi Diritti - Alessandro Zan , Deputato SEL (Sinistra Ecologia e Libertà) - Campagnari Giuseppe (capogruppo SEL-FedSinistra del Consiglio Provinciale)  - Mauro De Robertis (capogruppo SEL Consiglio Comunale di Verona) - Beatrice Taddei - Saltini Gaia Puliero , giornalista  - Lia Arrigoni - Libraia Pia Covre - Carla Corso Barbara X, scrittrice Giovanni Papalia, studente - Emiliano Cioffi, impiegato - Alice Silvestri, insegnante - Andrea Morniroli - Geraldine Martini,Genova - libera professionista - Mara Siclari - Ufficio Nuovi Diritti Cgil Veneto - Miria Pericolosi - Marco Pettenella, impiegato - Beppe Ramina - giornalista - Bologna - Lisa Accordi Anna Barbara - Grotto Lidia Menapace - Michela Ossanna - attivista lesbica - Marzia Lombardo barista - Giorgio Desto - Anna Chiara Peloso - Graziella Bertozzo, lavoratrice - Maria Livia Alga - dottoranda Studi di Genere Università Paris - Raffaele Crocco, giornalista - Maurizio Zangarini, Dipartimento TeSIS, Università di Verona - Alessia Di Giovanni 

(1) Le espressioni Gender Studies e Queer Theories indicano un insieme di ricerche interdisciplinari sulla sessualità volte alla promozione dei diritti umani delle donne e delle minoranze sessuali e alla critica di quei pregiudizi maschilisti, omofobici e transfobici che generano discriminazioni e violenze. Tali ricerche coinvolgono la filosofia e le discipline umanistiche, ma anche i saperi psicopedagogici e medici: non sono quindi ostili all'indagine scientifica della natura, ma al contrario contestano l'uso strumentale che del concetto di "natura umana" viene fatto a fini ideologici e discriminatori. La natura umana produce infatti varietà e differenze tanto nei corpi quanto nelle identità e nei desideri: è invece spesso la cultura che mortifica la ricchezza della natura riconducendola in angusti schemi binari. Il concetto di "gender" (genere), in particolare, viene utilizzato da questi studi per indicare la componente psico-culturale dell'identità sessuale, e per promuovere una cultura in grado di accogliere tutte le sfumature delle identità di cui gli esseri umani sono capaci, anche quando non si conformano agli stereotipi che, seguendo convenzioni e pregiudizi, e non certo la "natura", vengono attribuiti al maschile e al femminile.

Il sito di Famiglia Domani, fra gli organizzatori del convegno, trovate il programma e il loro pensiero http://www.famigliadomani.it/ da leggere, Patrizia Stella si esprime su di noi http://www.patriziastella.com/2013/08/la-teoria-del-gender-per-luomo-o-contro.html 

 Articolo L'Espresso - Verona, Tosi sponsor dell'omofobia

http://espresso.repubblica.it/dettaglio/verona-tosi-sponsor-dellomofobia/2214646http://www.ilmondo.it/politica/2013-09-12/omofobia-tosi-dire-che-sono-malati-non-pu-essere-reato_321518.shtml

Il gender spiegato ad un cattolico gay

Questo comunicato stampa sullo spiacevole convegno che si terrà a Verona il 21 Settembre 2013 ha creato delle perplessità in un mio amico gay cattolico; volendo rispondergli, mi sono accorto di aver scritto troppo per una risposta privata, ed ho deciso allora di fare invece un post sul blog di Lieviti.

Abbiamo aderito al comunicato stampa contro quel convegno non solo perché sosteniamo le teorie di genere, ma anche per i motivi seguenti.

Innanzitutto, i promotori hanno esplicitamente dichiarato che il convegno serve a contrastare i tentativi di dare dignità e diritti alle persone omosessuali, per esempio attraverso una legge contro l’omofobia.

Il dossier redatto sui relatori e che si trova nel comunicato stampa serve ad evidenziare qual è il loro progetto politico. Particolarmente fastidiosa per me è Chiara Atzori, non solo perché il cognome fa pensare ad un’origine sarda (ho il difetto di pensare che chi più mi somiglia meglio si deve comportare), ma anche perché il “buonsenso medico” dice che è più difficile contrastare la diffusione delle malattie che si contraggono in modo clandestino e vergognoso di quelle che si contraggono alla luce del sole.

La PPE va fatta entro 72 ore dal temuto contagio
Senza contare che il problema non è (e non dovrebbe essere) che tipo di partner si desidera, ma la rischiosità di quello che si fa con l*i. Inoltre, è possibile sradicare il virus HIV se si interviene con la PPE entro poche ore dal temuto contagio, ma chi viene paralizzato dal timore della riprovazione sociale può perdere tempo prezioso e trovarsi costretto ad ospitare il virus per la vita intera anziché risolvere il problema rapidamente e definitivamente.

In realtà il problema è che queste persone non riescono (perché non vogliono) a disfarsi del paradigma per cui il comportamento omosessuale attira sciagure da parte dell’Eterno, su colpevoli ed innocenti insieme, per cui la società deve assolutamente reprimerlo o quanto meno dissociarsene. Infatti non si capirebbero altrimenti delle curiose contraddizioni nelle posizioni espresse da queste persone.

Per esempio, se io fossi omosessuale e convinto che la mia omosessualità è una malattia, ed uno mi dicesse: “Curati!”, gli risponderei: “Supponi che io abbia il viso deturpato, e che anche un chirurgo di media abilità sia capace di darmi un aspetto normale o quasi. Mi obbligheresti ad operarmi solo perché ti dà fastidio il mio aspetto?” Ovviamente questi risponderebbe di no, che sono io che devo scegliere che fare della mia salute, e che finché una mia malattia non nuoce a nessuno, nessuno mi può obbligare a curarla.

Il Dottor Stranamore
Ma per queste persone le cose non sono così semplici: sono convinte che l’Eterno ha un senso morale tanto peggiore del nostro da fargli distruggere un paese solo perché non punisce le persone omosessuali al Suo posto. L’immagine che hanno dell’Eterno è quella di una “macchina della fine del mondo” come quella del film “Il Dottor Stranamore”: basta una qualsiasi esplosione nucleare per provocare la piena rappresaglia, senza la possibilità di modulare la risposta a seconda delle circostanze, perché quella macchina non è un essere umano.

Inoltre, l’immagine che danno delle “teorie del gender” è spesso abbastanza disonesta. Non sono un esperto, anche se ho provato a divulgare qualcosa. Innanzitutto, mi sembra chiara la differenza tra il “sesso” ed il “genere”: sesso è la condizione corporea, genere il ruolo sociale - ed i ruoli sociali variano a seconda dei tempi e dei luoghi.

Il simbolo degli intersessuati
Il problema è questo: è venuto prima il “genere” od il “sesso”? Michel Foucault osservò che fino al 19° Secolo si accettava l’esistenza delle persone che ora si chiamano “intersessuate”, ovvero con organi genitali ambigui; quando però la società volle standardizzare i modi di esistere (l'eguaglianza dei diritti per gli ebrei, la redazione del Codice Napoleonico e l'invenzione del Sistema Internazionale sono stati solo gli aspetti più positivi di questa standardizzazione), e la chirurgia divenne capace di allineare i corpi ai ruoli sociali, nacque l’esigenza di rendere tutte le persone o maschi o femmine.



Queste signore con la Sindrome di Morris sono cromosomicamente maschi
E questo prima che venissero scoperti i cromosomi sessuali – grazie ad una serie di studi avvenuti tra il 1891 ed il 1905. Va anche detto (vi si accenna alla fine di questa pagina) che l’assegnazione di una persona al sesso maschile o femminile non si basa sui cromosomi sessuali (avete mai visto un ostetrico fare un esame genetico su un neonato?), ma sul criterio molto semplice mostrato dall'immagine qui sotto, tratta da una pagina transessuale.

Il fallometro che sogna ogni ostetrico
Se il "coso" è lungo meno di 0,9 centimetri, viene considerato clitoride, se di più di 2,5 centimetri, pene; l'intervallo tra le due misure è quello che dà all'ostetrico un margine d'arbitrio nel determinare il sesso del neonato - e prescrivere delle "operazioni cosmetiche" per adeguare i genitali del bimbo al sesso prescelto.

Va detto che l'intersessualità spesso comporta malformazioni all'apparato urinario che impongono un intervento chirurgico d'urgenza; quello che qui si contesta è un intervento a solo scopo estetico che può danneggiare irreparabilmente la funzione sessuale del bimbo, e le associazioni di intersessuali chiedono in questi casi di aspettare che il bimbo sia diventato adulto e possa decidere se e come intervenire. 

Il dio degli eterosessisti, Priapo
Si potrebbe dire che nella nostra società è stato l’avere due generi che ha portato a determinare due sessi. Il versetto biblico “Maschio e femmina Dio li creò” (Genesi 1:27) è stato interpretato non come una constatazione, ma come una prescrizione, e bisogna chiedersi se obbedire a questa prescrizione, forzando tutti nel sesso maschile o femminile, è biblicamente corretto e necessario.



Michel Foucault (1926-1984)
Non è vero che le teorie del gender astraggono completamente dal dato corporeo – credo che lo pensasse Michel Foucault, ma Judith Butler, l’attuale capofila delle teorie di genere, dice di no: nel suo libro “La disfatta del genere” cita il caso di David Reimer, nato maschio, “convertito” in femmina dopo essere stato accidentalmente castrato, e che non adottò mai un’identità di genere femminile, nemmeno prima di sapere che cosa gli era successo. Il corpo è un limite ai generi che si possono imporre ad una persona.





Judith Butler (1956-vivente)
E non è nemmeno vero che per la Judith Butler il genere è una cosa che si può scegliere come si sceglie un abito da indossare quando ci si alza dal letto: il genere è indispensabile perché il soggetto esista e sia comprensibile perfino da se stesso. Non esiste una persona neutra che adotta un’identità di genere, perché senza il genere il soggetto non si dà – mi spiace per la difficoltà del testo, ma potete constatarlo leggendo questa pagina, che traduce un libro pubblicato vent'anni fa.



Mi pare che il problema non sia però soltanto quello della suscettibilità che viene attribuita all’Eterno (e che gli attirerebbe una diagnosi psichiatrica se fosse un essere umano), oppure dell’interpretazione che viene data ad un brano biblico; il problema è che le teorie del genere sono costruttiviste e non essenzialiste – ovvero postulano che la natura umana sia una costruzione sociale e non un’essenza biologicamente data o divinamente creata.

La critica a queste teorie, quando non ricorda che servono a smantellare l’eterosessismo (che postula che la sessualità sia una cosa naturale anziché una costruzione sociale), è che sono una forma di marxismo – qui ci vuole una precisazione.

Karl Heinrich Marx (1818-1883)
A leggere due pagine web (la prima è più rigorosa, la seconda è dello psicoanalista Erich Fromm e più suggestiva), anche in Karl Marx la vita umana si pone in una dialettica tra “essenza” ed “esistenza”, in cui la seconda è la manifestazione storicamente condizionata della prima. Il costruttivismo qui è molto limitato, e purtroppo, Friedrich Engels ne trasse conclusioni omofobiche (in cui l’omosessualità viene vista come una forma di alienazione, e non come parte dell’essenza umana).





Antonio Gramsci (1891-1937)
Molto più importante il costruttivismo è invece in Antonio Gramsci; da qui, nell'ultima pagina, traggo questa sua citazione:
Il problema di cos'è l'uomo è dunque sempre il così detto problema della “natura umana”, o anche quello del così detto “uomo in generale”, cioè la ricerca di creare una scienza dell'uomo (una filosofia) che parte da un concetto inizialmente “unitario”, da un'astrazione in cui si possa contenere tutto l' “umano”. Ma l' “umano” è un punto di partenza o un punto d'arrivo, come concetto e fatto unitario? O non è piuttosto, questa ricerca, un residuo “teologico” e “metafisico” in quanto posto come punto di partenza? La filosofia non può essere ridotta a una naturalistica “antropologia”, cioè l'unità del genere umano non è data dalla natura “biologica” dell'uomo; le differenze dell'uomo, che contano nella storia non sono quelle biologiche (razze, conformazione del cranio, colore della pelle ecc.; e a ciò si riduce l'affermazione “l'uomo è ciò che mangia” (…).
Che la “natura umana” sia il “complesso dei rapporti sociali” è la risposta più soddisfacente, perché include l'idea del divenire: l'uomo diviene, si muta continuamente col mutarsi dei rapporti sociali, e perché nega “l'uomo in generale” (…). Si può anche dire che la natura dell'uomo è la “storia” (…) se appunto si dà a storia il significato di “divenire”, in una “concordia discors” che non parte dall'unità, ma ha in sé le ragioni di una unità possibile: perciò la “natura umana” non può ritrovarsi in nessun uomo particolare ma in tutta la storia del genere umano (…).  (Gramsci, 1975, Q 7, § 35, p. 884)
Sebbene ciò lo renda perfettamente compatibile con la teoria del genere, Judith Butler, nei suoi libri che ho letto, non cita mai Gramsci. Però è stato pubblicato questo libro


Il titolo inglese significa: “Egemonia ed eteronormatività”; si tratta di una raccolta di saggi tra i quali uno si intitola in modo molto significativo:

- From the 'heterosexual matrix' to a 'heteronormative hegemony': initiating a dialogue between Judith Butler and Antonio Gramsci about queer theory and politics = Dalla “matrice eterosessuale” all’“egemonia eteronormativa”: iniziare un dialogo tra Judith Butler ed Antonio Gramsci sulla teoria queer e la politica / Gundula Ludwig.

In modo molto meno raffinato, proponevo qui qualcosa del genere; ora, è perfettamente lecito essere anticomunisti (ed io non voglio certo la dittatura del proletariato), ma mi piacerebbe che chi lo è agisca per aumentare la libertà delle persone e non per diminuirla inchiodandole a ruoli sessuali metastorici.

E non credo che gli autori del convegno conoscano Gramsci e sappiano quanto viene amato all’estero – loro usano il marxismo ed i suoi fallimenti come dottrina politica come uno spauracchio.

Raffaele Ladu