I have a dream

Washington DC, 28.08.1963
Il 28 Agosto 1963 250 mila persone marciarono su Washington, DC per i diritti civili ed il lavoro, e la marcia si concluse con l'ispirato discorso di Martin Luther King Jr. che tutti ricordano come "I have a dream = Ho un sogno" [PDF, YouTube].

Negli USA si fa il bilancio della lotta per i diritti civili dei neri, ed è solo parzialmente soddisfacente: l'attuale presidente Barack Hussein Obama è nero, ma le disuguaglianze tra bianchi e non bianchi non si sono ridotte di molto.

La marcia merita di essere celebrata per diversi motivi: innanzitutto, chi vuole la libertà e la dignità per sé deve chiederla per tutti - ed è una catastrofica politica quella di chi dice "io sono più vittima di te, e quindi non solo penso a me soltanto, ma ti ostacolo nelle tue rivendicazioni perché ti vedo come una minaccia per me". Sembra incredibile, ma non sono solo i razzisti a pensarla così - anche nel movimento LGBT* ci sono persone che ragionano (si fa per dire) così male, e vengono chiamati omonazionalisti.

MLK ed AJH alla marcia Selma-Montgomery del 21-25 Marzo 1965
Una persona che aveva capito questo e fece proprio il contrario - cioè aiutare la lotta per i diritti civili dei neri, ritenendola un'applicazione del comandamento biblico "We-ahavta le-re'akha kamokha = Ed amerai il prossimo tuo come te stesso [Levitico 19:18]" - fu il rabbino polacco Abraham Joshua Heschel, uno dei più famosi del 20° Secolo, proveniente da un'antica famiglia chassidica, che riuscì a riparare negli USA in tempo per sfuggire ai nazisti, e le sue opere sono pubblicate ed apprezzatissime anche in Italia.

Va anche detto che Heschel avrebbe dato un notevole contributo al Concilio Vaticano 2° (vedi [1] e [2]), convincendo la Chiesa cattolica a togliere le invettive antigiudaiche dalla liturgia ed ispirando la redazione della Nostra Aetate.

L'intelligenza non si lascia chiudere in gabbia e varca sempre i confini delle identità, e va aggiunto che Heschel era solo il più illustre dei molti ebrei americani di razza bianca che ritennero una "mitzwah = dovere (religioso)" sostenere la lotta per i diritti civili dei neri.

La lotta per i diritti civili dei neri non sarebbe terminata a Washington - la foto qui sopra mostra il Rev. Martin Luther King jr. e rav Abraham Joshua Heschel marciare da Selma a Montgomery (Alabama) contro la segregazione razziale tra il 21 ed il 25 Marzo 1965. Heschel avrebbe detto poi che in quella marcia lui aveva pregato con i piedi - un commento diventato giustamente famoso.

Altro motivo per celebrare è quella che viene chiamata tecnicamente "intersezionalità", che alle volte purtroppo esita nella "discriminazione multipla"; la teoria è di origine femminista ed è nata per spiegare come una persona spesso non sia svantaggiata solo perché donna, ma anche perché appartenente a più gruppi svantaggiati insieme: non è la stessa cosa essere una donna ricca, cittadina, cattolica, giovane, cissessuale, sposata con un uomo, ed in salute, ecc., che vive in una metropoli e l'essere povera, extracomunitaria, mussulmana, matura, trans*, in una relazione lesbica, e malata, ecc., che vive in un paesino.

L'intersezionalità non riguarda però solo le donne; se il movimento LGBT ha spesso ignorato il problema, in quanto era facile aggregare gay e lesbiche solo sulla base della loro identità sessuale, e ritenere trascurabili le altre loro caratteristiche od i loro problemi (negli ultimi tempi l'attenzione verso le persone HIV+, i migranti, i disabili, le persone LGBT che invecchiano, ha imposto però un ripensamento), il movimento bisessuale (e trans) non si può permettere questo: le persone bisessuali e trans sono molto più variegate, e l'intersezionalità è indispensabile per capirle, non solo per unirle insieme.

Nella letteratura bisessuale e trans* si fa molta attenzione all'intreccio tra l'identità sessuale, quella di genere, la razza, la disabilità, l'età, la salute, la religione, e molte altre dimensioni che arricchiscono magari una persona dentro, ma la rendono più discriminabile.

È un errore strategico affrontare solo le questioni LGBT ignorando le altre - si può giustificare solo come scelta tattica, in quanto è normalmente più facile risolvere un problema alla volta, ma non bisogna perdere di vista tutti gli altri problemi da affrontare, e la soluzione scelta per un problema non deve aggravare gli altri, anzi, deve aiutare a risolvere anche quelli - per non cadere nell'errore dell'omonazionalismo.

Infine, alla marcia su Washington del 28 Agosto 1963 ne sarebbero seguite diverse altre del movimento LGBT, che penso si possano commemorare insieme con quella in cui MLK rivelò il suo sogno:

Raffaele Ladu