Osservazioni sullo statuto dell'Arcilesbica (letto il 20 Luglio 2013)




Il documento [0] è stato letto il 20 Luglio 2013 - se viene successivamente aggiornato, quest'articolo di critica decade; nel frattempo posso riferire che esso si dichiara approvato all'unanimità dal 6° Congresso Nazionale dell'Arcilesbica, tenutosi a Milano tra il 23 ed il 25 Marzo 2012.

Riporto qui i brani che mi interessa criticare:
  • Articolo 1
    • ARCILESBICA persegue la finalità di combattere ogni forma di pregiudizio e di discriminazione nei confronti delle lesbiche e delle persone omosessuali e transgender, di rivendicare il riconoscimento e il pieno godimento dei loro diritti civili, di dare visibilità, sul piano politico, culturale e dei diritti, alle lesbiche e alle persone omosessuali e transgender, promuovendone l'affermazione e la diffusione della cultura.
  • Articolo 3 (passim)
    • Uno strumento credibile di difesa per tutte le lesbiche in grado di intervenire con ogni mezzo a disposizione su tutto quello che determina le condizioni dell'esistenza delle lesbiche, delle persone omosessuali e transgender;
    • diffondersi capillarmente sul territorio come presenza attiva, anche promuovendo la collaborazione con gay e trans a livello dei circoli ed associazioni locali,
    • attivarsi al fine di ottenere che il Parlamento italiano recepisca nella sua interezza le direttive della Risoluzione di Strasburgo dell'8 febbraio 1994 sulla parità dei diritti dei cittadini omosessuali;
    • premere sulle istituzioni locali e centrali per un'apertura in direzione dei bisogni delle lesbiche e delle persone omosessuali e transgender;
Come potete constatare, le persone bisessuali sono state cancellate dallo statuto. Poiché quasi tutte le organizzazioni LGBT (compresa l'ILGA, a cui l'Arcilesbica è iscritta) riconoscono l'esistenza delle persone bisessuali, se non altro usando l'acronimo LGBT (Lesbiche, Gay, Bisessuali e Trans), dobbiamo pensare che non si sia trattato di una svista, ma di un atto deliberato motivato dalle considerazioni teoriche esposte in [1].

Mi si risponderà che nello statuto è scritto anche:
  • Articolo 3:
    • connettere le rivendicazioni lesbiche alle rivendicazioni di altri soggetti in lotta per l'emancipazione, secondo un progetto generale di liberazione dal dominio, e promuovere un movimento lesbico cosciente ed incisivo, impegnato nella trasformazione della vita associata nel segno della libertà, del rispetto, del benessere, della convivenza, che sappia dialogare e cooperare con gli altri movimenti impegnati a cambiare l'iniquo patto sociale e sessuale;
    • e che si  far sì che le lesbiche diventino soggetti di diritti, realizzandone la piena cittadinanza, sia in quanto singole, sia in quanto coppie, sia in quanto associate; e ciò attivandosi al fine di ottenere l'approvazione di leggi a favore delle libertà civili, contro le discriminazioni basate sull'orientamento sessuale, contro le discriminazioni nel mondo del lavoro, appoggiando le proposte di legge in tal senso con manifestazioni, raccolte di firme e quant'altro risulti necessario;
Il secondo brano è illuminante: sono le lesbiche coloro di cui si preoccupa l'associazione, e la lotta contro le "discriminazioni basate sull'orientamento sessuale" è fatta solo nel loro interesse, e delle persone tassativamente elencate negli altri brani citati dello statuto, in quanto tali persone vengono viste come potenziali alleati.

Il primo brano apre alla possiblità di "connettere le rivendicazioni lesbiche alle rivendicazioni di altri soggetti in lotta per l'emancipazione ... e promuovere un movimento lesbico cosciente ed incisivo ... che sappia dialogare e cooperare con gli altri movimenti impegnati a cambiare l'iniquo patto sociale e sessuale".

In teoria, uno pensa leggendo l'articolo, le persone bisessuali cacciate dalla porta possono rientrare dalla finestra; in realtà, è molto diffuso il pregiudizio secondo cui le persone bisessuali sono dei privilegiati che sono perseguitati solo nella misura in cui si comportano da gay e lesbiche.

Quindi, in quanto bisessuali, agli occhi di molte persone non rientrano nella previsione di quest'articolo; in quanto persone che si comportano da gay o lesbiche, rientrano negli altri articoli - ma questo significa passare per quello che non si è, ovvero essere condannati all'invisibilità e ricevere risposte inadeguate ai loro problemi [2].

Non è l'Arcilesbica il luogo giusto per le persone bisessuali che vogliono risolvere i loro problemi e lottare per la loro visibilità - lo statuto fa di tutto per impedirlo.

Raffaele Ladu